Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, sabato 25 febbraio 2023 -  In occasione del Trigesimo della scomparsa del maestro, i suoi ex alunni lo vogliono ricordare come soprattutto maestro di vita). Incontrare un amico un po' più grande, che ti ricordi del suo maestro di scuola elementare che non c'è più da pochi giorni, è come vedersi addosso un piccolo grembiule nero e al collo un nastro azzurro e in mano una cartella dove dentro c'erano solo due libri, il Sussidiario e quello di Lettura.

Quello che rimane a noi ex ragazzi (stiamo sulla sessantina) sono i ricordi nitidi della nostra fanciullezza e gioventù, in una società dove tutto scorre e si resetta. Ricordiamo ancora adesso l'odore del pane, che usciva da dentro la cartella, mettendoci la mano tiravano fuori due fette e in mezzo una sola fettina di mortadella. Il tutto avvolto in un foglio di carta marrone. Solo da questo era composto il break alimentare per i bambini delle Scuole Elementari di alcuni decenni fa.

Su quella fetta di pane, si immaginavano campi di grano sterminati e stesi al sole. La madre preparava tante fette di pane, quanti fossero i figli che dovevano andare a scuola quel giorno. Si assaporava, ad ogni morso, tutto ciò che un genitore fa per i propri figli: si sentiva la carezza dei genitori. Però, c’erano alcuni scolari che non sempre potevano permettersi di mangiare tutti i giorni pane e mortadella. La povertà di tanti anni fa, si sentiva con mano. In ogni famiglia c’erano normalmente 5-6 figli, spesso nati a distanza di un anno uno dall’altro: la differenza di un anno di età tra un fratello e un altro era la norma.

Lo Stato in questi casi, aiutava le famiglie bisognose come poteva, tramite il Patronato Scolastico, normalmente veniva dato ad ogni bambino bisognoso: due chili di zucchero e quindici litri di latte all’anno. Oppure si poteva optare per un paio di scarpe. Il latte si ritirava presso una latteria che si trovava in Corso Giannone, e la marca era “Daunialat”, lo zucchero in via Roma presso il negozio “da Colorinda”, qualcuno ricorda che lo zucchero veniva dato anche sfuso, è probabile.

Per chi sceglieva l’altra opzione, quella delle scarpe, le stesse venivano distribuite da un negozio di calzature di via Roma da "Mengaredd" . Ed è in questo contesto sociale che alcuni ex alunni del maestro Giovanni Scarano lo vogliono ricordare, a pochi giorni dalla scomparsa. Sono I ragazzini degli anni scolastici dal 1968 al 1974. Classe, sezione D, che all'epoca si trovava all'edificio scolastico San Giovanni Bosco.

L'amico Vincenzo Vincitorio, leggendo tante storie simili su Famiglia Cristiana, ha organizzato insieme a Michele Nardella e Nicola Tancredi una rimpatriata il 17 giugno del 2017 con quasi tutti gli ex alunni del maestro Scarano, il quale ha partecipato insieme alla moglie Michelina. Hanno ricordato i bei momenti dell'infanzia presso il ristorante La Fracchia, con foto ricordo stampata sulla torta. Ma prima dei festeggiamenti, tutti si sono recati al cimitero per depositare una piccola corona di fiori e pregare per un loro amichetto deceduto all'età di 7 anni, era presente il genitore. E nel pomeriggio presso la chiesa dell'Addolorata hanno parecipato alla Santa Messa.

Vincenzo Vincitorio elenca con tanta emozione i nomi dei partecipanti alla rimpatriata: Leonardo Soccio, Sebastiano Nardella, Michele Rendina, Nicola Tancredi, Domenico Villani, Gino Perta, Giovanni Gentile, Michele Nardella, Luigi Panzone, Erminio Nardella, Angelo Coco, Giuseppe Gravina, Ciro Del Mastro, Antonio Ciavarella, Leonardo Modola. Tanti amici per la vita che, anche oggi, hanno voluto ricordare ancora una volta il loro maestro elementare, ma soprattutto un maestro. Che, tanti anni fa, si poteva considerare un secondo padre.

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio