Angelo Riky Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 22 novembre 2024 -  Antonio Tenace, nato nel 1927 a San Marco in Lamis e scomparso nel 1994, è stato un pilastro della comunità di Rignano Garganico, dove ha ricoperto il ruolo di direttore dell’Ufficio Postale. Figura amatissima e rispettata, era noto per la sua dedizione al lavoro e per il profondo legame con la famiglia, che includeva sua moglie Arcangela Scarpa, scomparsa nel 2014, cinque figli (Domenico, Nicola, Arcangela, Maria Carolina detta Carla e Ciro), 15 nipoti e 7 pronipoti. Il professionista e il tuttofare.

Antonio, affettuosamente chiamato Tonino a Rignano e “Tonine Lu Salaiole” nella sua San Marco, era un uomo dalle molteplici abilità. Conosciuto come il primo a utilizzare l’Alfabeto Morse nella zona, era soprannominato “morsista” per la sua capacità di inviare messaggi telegrafici con precisione e velocità. La sua passione per il lavoro lo portava a essere un vero tuttofare, sempre pronto a mettere “le mani in pasta” in ogni ambito, dalla gestione postale all’aiuto pratico nella comunità. Un uomo di valori e fede. Democristiano e cattolico fervente, Antonio coltivava amicizie profonde con i suoi colleghi e compaesani, tra cui Filippo, Rocco e il mitico Alberto.

La sua bontà d’animo e la serietà professionale lo resero una figura centrale a Rignano Garganico, dove molti ricordano con affetto la sua capacità di ascoltare e aiutare chiunque si rivolgesse a lui. L’amore per la famiglia. Antonio era innamorato di sua moglie Arcangela, un amore che è rimasto saldo nel tempo. La sua gioia più grande, tuttavia, erano i suoi nipoti, per i quali “perdeva i lumi”. Li coccolava, li sosteneva e si assicurava che sentissero il calore della famiglia che aveva costruito con tanto impegno e amore. Un’eredità indelebile. Oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, Antonio Tenace continua a vivere nei ricordi di chi lo ha conosciuto. È il simbolo di un’epoca in cui il lavoro, la famiglia e la comunità erano pilastri fondamentali della vita. Il suo esempio resta un’eredità preziosa per i suoi discendenti e per chiunque abbia avuto il privilegio di incrociare il suo cammino.