Comunicato Stampa
Capitanata, venerdì 1 settembre 2023 - Il tema dei prezzi del grano duro, puntualmente, prima durante e dopo la raccolta ricompare sempre alla ribalta delle cronache e all’attenzione dei politici, dei rappresentanti delle Organizzazioni (OO.) di produttori agricoli e dei media. Ma poi, con altrettanta precisione da cronometri svizzeri, torna nell’oblio lasciando soprattutto gli agricoltori con un pugno di mosche in mano, con i costi di produzione sempre in aumento e i prezzi di vendita, in antitesi, con minori introiti.
“Sono oltre tre anni che sollecitiamo l’attuazione della Commissione Unica Nazionale (C.U.N.) a tutti i livelli, con analisi e proposte percorribili esplicitate in documenti inviati a Regioni meridionali e ai Governi Conte II e Draghi -afferma Pasquale Cataneo a capo dell’Associazione- con scarsa attenzione, soprattutto della politica e delle istituzioni, e timide convergenze da parte delle OO. di categoria che, successivamente, invece di rafforzare l’azione in termini corali, coinvolgendo chi si è concretamente impegnato sulla tematica, hanno preferito agire in solitudine o in modo frammentato. Riproponiamo, a tal riguardo, la nostra disponibilità a collaborare in quanto la nostra Terra e gli altri territori del Mezzogiorno hanno la necessità di fare sintesi e unirsi, come hanno fatto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in cui le altre 7 C.U.N.
(tutte stabili e con sedi nelle 3 regioni centro-nord) funzionanti dal 2017, con sinergie e vantaggi distribuiti, in modo equo, per tutte le componenti della filiera. Ciò che non accade per l’unica collocabile nel Sud (finora altalenante e sperimentale senza sede individuata, utilizzando gli stessi criteri delle altre, a Foggia) determinando così svantaggi solo per i produttori cerealicoli meridionali e del cd. Product e Made in Sud-Italy.” In questi ultimi tempi, anche le OO. di categoria agricole si sono impegnate, nuovamente, sull’importanza dell’attività e funzionamento della C.U.N. del Grano Duro. Bene. Ma come agire? “In altri territori e per altre 7 filiere, tutte al centro-nord, con le CUN si riesce contemperare molto meglio i concetti di filiera corta, zone agricole vocate (D.O.P., D.O.C.G., I.G.T. ecc.), tracciabilità e sicurezza alimentare, maggiore tutela negli accordi commerciali con l’estero garantendo così MAGGIORMENTE il reddito dei produttori, anche attraverso i Consorzi, e la tutela dei consumatori – sottolinea Cataneo che è anche esperto di politiche territoriali
– riteniamo pertanto che questo sia il viatico da percorrere insieme, non in modo altalenante ed episodico, ma in modo coeso ed equo nell’agroalimentare a partire dal grano duro, sia dal punto di vista della sostenibilità economica che per il completamento delle singole filiere, rendendole “corte” e competitive, contenendo gli impatti ambientali e i costi ad esempio utilizzando energia da fonti rinnovabili e con una logistica strutturata. Insomma – conclude il rappresentante di CAPITANATA.NEO – rappresentare con l’utilizzo di progetti innovativi come “CERES”[1] del MIICT di Malta con partner UNIFG (DEMeT), presentato a Foggia in Fiera lo scorso 30 aprile, che con un’applicazione blockchain mira ad aumentare tracciabilità nelle dichiarazioni di provenienza dei prodotti ed efficienza delle transazioni in agricoltura che unitamente a promozione e marketing adeguati, miglior utilizzo degli stabilimenti agroalimentari diversificando le produzioni in termini stagionali e aumentando così il PIL e l’occupazione derivante non solo dalla produzione ma anche dalla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari. La via giusta, per Foggia, per la Capitanata e l’intero Mezzogiorno, è questa: NOI non IO, INSIEME e non DA SOLI!”