Antonio Del Vecchio
Foggia, mercoledì 26 maggio 2021 - Accolta con grande e generale dispiacere, specie da amici ed antichi estimatori, la rinuncia di Franco Granata alla direzione provinciale della Confesercenti in Foggia, La stessa è stata annunciata ad horas tramite un articolato comunicato stampa, diffuso in ogni dove. E questo in considerazione dell'importanza e personalità dell'interessato nell'ambito dell'associazionismo di Capitanata. Come risaputo egli per decenni e decenni è stato un insostituibile protagonista del sodalizio.
In precedenza per anni ed anni ancora aveva presieduto con il medesimo vigore e credo la Uil provinciale, promuovendo il rinnovo dei quadri e il suo rilancio. Nonostante la sua annosa e vissuta esperienza egli è stato da sempre un innovatore. Ed è per questo che la sua improvvisa 'defaiance' per molti si trasforma in un doloroso addio, che si spera non sia, perché il Granata, come d'altronde tutti i leader degli altri settori, quando se ne vanno lasciano sempre l'amaro in bocca. Ed è per questo che la direzione e redazione della presente testata esprime all'interessato e protagonista del mondo che va tutta la sua sconfinata solidarietà e stima.
Di certo i successori ogni qual volta avvertiranno le difficoltà del momento si rivolgeranno a lui e lui di certo non farà mai mancare il suo consiglio. Granata, prima che da dirigente, è da uomo che si è dimostrato sempre, e lo sarà anche domani, soggetto generoso e solidale, al di sopra di ogni sospetto. Ecco di seguito il comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente per obiettività ed anche per disinteressata stima nei confronti dell'interessato, meritevole di essere ricordato e stigmatizzato per sempre oggi e domani. “Franco Granata, direttore provinciale di Confesercenti Foggia, annuncia la sua indisponibilità al rinnovo dell’incarico. Alla base della decisione l’idea “che in una società che cambia rapidamente occorre agevolare il rinnovamento”. Sul difficile contesto di forte criticità di emergenza amministrativa e sanitaria Covid-19 che aggrava il declino già esistente della città,
«Il distretto che potrebbe essere qualificato come Distretto dell’Economia di Prossimità» prosegue il direttore di Confesercenti «deve lavorare in modalità sinergica con una maggiore propensione per l’innovazione, anche attraverso la promozione di concorsi di idee rivolti a scuole e università in svariati ambiti (creazione della brand-identity – riqualificazione delle aree da destinare ad eventi promozionali e di servizi – riuso degli spazi sfitti – linee guida per l’utilizzazione del suolo pubblico – rigenerazione urbana – urban design – riqualificazione delle periferie e dei quartieri – installazioni artistiche). Deve costruire servizi di prossimità intesi non solo come localizzazione fisica ma come vicinanza relazionale che si può configurare anche come prossimità digitale rafforzare il senso di comunità e la consapevolezza per i cittadini che la rinascita socio-economica della città dovrà avvenire insieme dal basso.
Deve elaborare strategie integrate, mettere insieme risorse pubbliche e private, implementare interventi coordinati nell’interesse comune per lo sviluppo sociale, culturale ed economico, realizzare servizi digitali, creare reti di relazioni e scambi sul territorio, potenziare la rete istituzionale, sociale ed economica, implementare politiche di attrazione di investimenti». «Nell’attuale quadro normativo - conclude Granata- la regolazione dell’economia di prossimità, come sostiene il prof. Luca Tamini, urbanista del Politecnico di Milano, si intreccia necessariamente con i temi di pianificazione e gestione urbanistica, a partire da esigenze diverse e spesso non coincidenti, nel difficile equilibrio tra istanze in materia di tutela della concorrenza e di libertà di iniziativa economica, obblighi e vincoli di bilancio comunale, governo del territorio e salvaguardia del patrimonio storico-architettonico e culturale.
Una serie di questioni aperte nelle politiche pubbliche di indirizzo localizzativo delle attività economiche urbane incrocia una sostanziale e spesso strutturale mancanza di concreta integrazione tra le politiche urbanistiche, le misure prescritte di fiscalità locale, i processi di semplificazione amministrativa e di liberalizzazione economica, in un quadro condiviso di tutela e bilanciamento degli interessi pubblici e privati. Emerge quindi la necessità di ripensare le pratiche di regolazione dei servizi in un’ottica di una misurabile sostenibilità urbanistica, sociale ed economica degli interventi, e orientate a un approccio di natura qualitativa e valutativa e al governo delle esternalità negative, in concorrenza con l’attuale quadro normativo che occorre combattere affinché cambi rapidamente».
N.B. Nella foto, Franco Granata è il primo a destra.