Antonio Del Vecchio

Apricena, sabato 9 settembre 2017 - Sta per partire la tradizionale ed annuale "Fiera di Santa Maria", ad Apricena. Nelle giornate del 9/10/11 Settembre ci saranno gli stand espositivi dei commercianti nelle solite strade del centro urbano, Viale Aldo Moro, Via Buozzi, Via Duca di Genova.  "Quest'anno" - dichiara il Consigliere con delega al Commercio, Nazario Di Lella - "abbiamo apportato una modifica al mercato ortofrutticolo/alimentare.

Nella giornata di sabato 9 settembre non si svolgerà nell'area mercatale settimanale di Piazza Giovanni Paolo II (in zona Sacra Famiglia), ma in Via Matteotti, per dare la possibilità ai cittadini di poter usufruire sia degli spazi commerciali della fiera che degli spazi alimentari/ortifrutticolo nella strada adiacente" - conclude Di Lella. Nel v. Fèste  e Fjére de Storje Prucenése" di Franco Ferrara, pag. 41, ecco una poesia tradotta in Italiano do come si svolgeva in passato: <<La fiera di prima / ad Apricena / era ai Santi/ Giacomo / e Filippo / dal primo / all'otto maggio / di ogni anno / la fiera passa / dopo tanto / alla seconda domenica / di settembre / alla Madonna / del Rosario / alla Santa / Patrona U del rione // in processione/ da Sant'Antonio / alla Chiesa sua/ il ritorno / si faceva di sera / per il paese / banchi addobbati / di merletti / e tante candele / accese/ per la Benedetta / festa e fiera / di Santa Maria / ad Apricena / da via Roma / alla porta /di San Marco / ogni anno / tre giorni stavano/ a vendere / capre e pecore/galli e pappagalli/ cani e passeri /maiali e cavalli / conigli e muli / gatti e asini /pulcini e galline/ al campo sportivo:/ Mi sono comprato / un ciuco / e l'ho chiamato / Ciruccio./ La bocca che aveva / sembrava un tenore/ il ciuco bello / di questo cuore./Alla morte di mia mogloie /prosciutto mi sono/mangiato/ e alla morte/ del ciuco/ mi sono/ mello il lutto./ Chi se ne può dimenticare/ hi ho hi ho hi ho/ chi se ne può domenticare / hi ho hi ho hi ho>>.

Anche ad altri, leggendo questo scritto, li sovviene un ricordo di una verosimile Fiera a San Marco in Lamis. Due cuginetti, Tonino e Matteo, sollecitati dai genitori, ruppero il salvadanaio. E con quei soldi recatisi dal paese loro a San Marco a piedi, accompagnati dalla nonna / acquistarono al Campo Sportivo due maialini (da mille lire l'uno) ed allegri e contenti ritornarono a piedi al paese. Per questione di economia e soprattutto di affetto, non furono messi all'ingrasso, come la loro mamma scrofa, ma portati ogni giorno al pascolo nelle campagne vicine dai due ragazzini.

A Natale, quando di solito si ammazzavano in casa, i maiali grandi, nel nostro caso la scrofa, si decise di fare la stessa cosa per i maialini. Pesavano più di cinquanta chili l'uno. Gli improvvisati 'allevatori' si addolorarono tantissimo per questa decisione e rifiutarono la loro presenza. Così le tre  bestie  furono ammazzate con cautela e discrezione dal macellaio di turno (di solito il compare di famiglia). E questo per evitare che si scoprisse che solo per un maiale si era pagato il dazio comunale. Una somma esosa per le famiglie povere di quei tempi. Così che, grazie alla loro assenza - silenzio e all'evasione predetta,  i ragazzi poterono mangiare, senza colpo ferire e per tutto l'anno, le ghiotte carni stagionate dei loro amici maialetti: salsiccie, lardo, ventresche, ecc.>>.