Comunicato Stampa
Roma, lunedì 26 giugno 2017 - Dall'esito dei ballottaggi emergono due considerazioni. La prima è l'isolamento del Pd rispetto a scelte che mortificano coalizioni più ampie e strutturate. Il partito a vocazione maggioritaria negli ultimi anni è passato da quota 40% dei consensi alla diaspora di iscritti ed elettori, segno che l'appeal con i territori è venuto meno, ma soprattutto che i consensi raggiunti erano figli di uno stato emotivo e privi di ogni progettualità costruttiva.
La seconda riguarda la consapevolezza che, tramontata la riforma costituzionale e affossata la legge elettorale, bisognava organizzare nuove forme di partecipazione e di consenso, invece di arroccarsi su posizioni non rispondenti alle esigenze dei territori da governare.
Lo ha capito il centrodestra, lo ha ignorato il Pd, tranne in Puglia, dove la ritrovata compattezza del centrosinistra ha permesso di strappare, dopo 20 anni di governo, Lecce al centrodestra e di riconfermarsi alla guida della città di Taranto, dove l'astensione al voto è un altro dato da approfondire.
Ma il centrosinistra è risultato vincente anche in altri comuni pugliesi, segno che al di là della scelta dei candidati sindaci, ha funzionato la capacità di aggregazione.
Il Pd da solo ha vita breve e prende sonori schiaffi dagli elettori, in coalizione invece ritrova consensi e vittorie. Coalizioni che anche grazie all'UdC riescono a focalizzare l'attenzione e il consenso degli elettori.
L'UdC ha dato un contributo fondamentale nella conquista di Lecce e nella riconferma di Taranto, ribaltando l'esito del primo turno. I due capoluoghi di provincia sorridono al centrosinistra in un contesto nazionale povero di soddisfazioni per il partito di Renzi.
Proprio Renzi, pare ancora una volta non aver compreso la lezione del voto. Le sue giustificazioni non rendono giustizia al disastroso esito dei ballottaggi. Sminuire la sconfitta non è un modo per allontanarla.
Certo è che Renzi è finito come la gioiosa macchina da guerra di Occhetto e le sue magnifiche 'sorti progressive', asfaltate, oggi come allora, da Berlusconi e dai suoi alleati, con la variante Cinque Stelle che conquista comuni ma non convince come forza di governo. Che la vocazione maggioritaria tanto cara al Pd porti sfiga è un dato certo, l'unico antidoto contro il malocchio è lo scudocrociato dell'UdC e un'ampia coalizione di centrosinistra.