Angelo Cera
San Marco in Lamis, martedì 14 novembre 2016 - Abbiamo i media contro e dobbiamo conquistarci gli spazi su tv e giornali. Nessuno ci regala niente. L’informazione è allineata alla volontà del premier, confermando il rischio che se passasse la riforma niente potrà fermare l’ingordigia di Renzi e la sua voglia di annichilire ogni contestazione e ogni dibattito democratico. Dispiace ancora di più che nella mia Puglia si assista all’assenza di alcuni gruppi editoriali che hanno preferito sposare la causa governativa, ignorando quanti non sono allineati con la volontà del premier.
Non capisco bene quale sarebbe il vantaggio per i network locali, ma vigilerò per capire se la nuova legge sull’editoria preveda particolari condizioni favorevoli a determinati gruppi editoriali che all’informazione preferiscono la propaganda del Palazzo. L’operazione Amicizia del premier Renzi fa ancora più rumore per il silenzio, non si comprende se complice, delle rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’informazione che restano a guardare mentre il governo spegne di autorità ben 12 frequenze su 18 ai danni delle tv locali pugliesi.
Renzi con il telecomando cambia canale a suo piacimento, sintonizzandosi sul programma a lui più preferito, riportando le lancette dell’informazione a 40 anni fa, quando iniziò la bell’avventura delle emittenti libere locali che hanno avviato il processo di liberalizzazione e di pluralismo della comunicazione. Così Renzi con la riforma non vuole solo affossare la Costituzione ma vuole mettere una pietra tombale sulla libertà di stampa e di critica, promuovendo una dittatura mediatica, dopo aver organizzato con una riforma pasticciata una dittatura parlamentare.
Al presidente del Consiglio rivolgo l’invito, così come ha fatto anche il presidente Emiliano nel suo intervento all’incontro organizzato dall’UdC a Foggia, di lasciare liberi i media di agire come meglio credono, evitando di adeguarsi ai diktat governativi e garantendo una informazione giusta e vera sulla riforma costituzionale, dando spazio anche a chi non la pensa con il satropo fiorentino.