Comunicato Stampa
Foggia, lunedì 20 giugno 2016 - «Non è la vittoria dell’antipolitica e del populismo, ma la sconfitta di una gestione arrogante di Renzi e del suo governo». Così l’on. Angelo Cera, responsabile provinciale dell’UdC, sintetizza il voto amministrativo che ha sancito la sconfitta dell’idea piddina dell’autosufficienza. Spiega meglio il deputato sammarchese: «Il voto di protesta viene immagazzinato da forze e movimenti politici che, pur non avendo un chiaro programma, si avvantaggiano delle scelte scellerate fatte dal partito di Renzi, sia nelle grandi città che nei comuni più piccoli.
Il Partito democratico invece di stringere un dialogo più serrato con il Centro, ha preferito cavalcare pasticciate soluzioni che avevano l’unico scopo di mantenere un quietismo di facciata, buono solo per salvaguardare la classe dirigente locale. Altro che rottamazione, Renzi e il Pd sono finiti rottamati. Lo avevo detto ad aprile: Renzi è finito come l’aretino Pietro…» Per Angelo Cera il voto amministrativo in Puglia e in Provincia di Foggia riporta a un tema fondamentale per il futuro amministrativo della Regione e delle realtà locali.
«Il Partito Democratico pugliese e provinciale deve capire che si vince solo se si dialoga con le forze più rappresentative del Centro. Non si possono continuare a inseguire civiche e movimenti che non sono capaci di aggregare un’idea politica, ma si fanno portavoce solo di interessi di circostanza, spesso più per calamitare voti contro qualcuno che per costruire un progetto di ampio respiro. Si veda il caso di Vieste, di San Giovanni Rotondo, di Torremaggiore, senza considerare quello più recente di San Severo.»
Conclude Cera: «L’UdC ha dimostrato di essere punto di riferimento certo e chiaro nel panorama dei moderati e di una classe politica responsabile. Occorre ripartire dal Centro, dove l’UdC è perno fondamentale per aggregare un nuovo progetto politico. Il Pd rischia di sparire o peggio di consegnare il paese al populismo se non comprenderà al più presto che da solo sbatte il muso, mentre se si affida a civiche e movimenti continuerà a perdere consensi e a deludere i propri elettori, orfani di un partito che tutela poltrone e posizioni ed è incapace di elaborare una proposta politica vincente.»