Antonio Del Vecchio

Apricena, domenica 1 maggio 2016 -  Grande successo di pubblico e di critica per il cenacolo di poesia svoltosi ieri sera al Palazzo della Cultura, cuore del Borgo antico di Apricena. Tanto, per la presentazione del volume Bòrghe de Precìne di Franco Ferrara. Niente passerella. Infatti, per la prima volta, i rappresentanti di una pubblica Amministrazione, come il sindaco Antonio Potenza e la vice ed assessora al ramo, Anna Maria Torelli, sono rimasti incollati al banco della presidenza dall’inizio alla fine ...

 

ascoltando con interesse ed apprezzando di volta in volta con i loro appropriati interventi la bontà dell’iniziativa in parola che, a loro dire, fa conoscere al mondo le peculiarità della città attraverso la poesia popolare che si aggiunge ed arricchisce quanto già fatto nel recente ieri dal grande Matteo Salvatore col canto e la musica.

Sono fattori, a loro dire, indispensabili per inorgoglire le giovani generazioni e spingerli verso traguardi di sviluppo sempre più avanzati sul piano socio-economico e culturale. A prendere la parola per primo è stato chi scrive che si è limitato a ribadire concetti e valutazioni già affermati in prefazione, sottolineando le capacità ed originalità espressive del Poeta Ferrara nel far rivivere il passato storico più antico e recente del suo paese con la semplicità e garbo del suo dialetto. In sintonia si è pronunciato pure il giornalista, scrittore e cineasta, Geppe Inserra, che ha definito la “poesia” di questo autore come l’ombelico del mondo, per l’alta fedeltà dimostrata nell’individuazione del genius loci e dell’ identità del “topos”, in senso fisico e di tempo, calcato e segnato sia dai grandi personaggi come l’imperatore Federico sia dal povero ed innocuo “verduraio”.

Quindi, apprezza il ritmo e la sonorità del verso, “scattante e suadente” che ti conquista al primo ascolto, come quella di un grande cantautore. Molto di più ha detto Angelo Capozzi, affabulatore raffinato e colto, che ha tirato fuori tutto il suo scibile per definire il dialetto dauno e quindi quello di Ferrara, una lingua antica che non segue ma precede il volgare latino, avvicinando il lessico a quello degli aborigeni più lontani, contaminato semmai dalle varie immigrazioni greche che si sono succedute nel tempo. Definisce la poesia descrittiva di luoghi e tempo altamente didattica, come se fosse stata composta appositamente per gli alunni delle scuole per “suscitare in loro l’amore per la loro terra”.

Eccellente il lavoro di moderazione e di presentazione assolto da Nadia Merlino, direttrice della Biblioteca Comunale. Sala stracolma fino all’ultimo posto di pubblico composito proveniente da ogni dove. Tra l’altro si sono notati: gli alunni dell’università del Crocese di Foggia, capitato da Maurizio De Tullio, raffinato e prolifico giornalista, bibliotecario e scopritore - scrittore di grandi personaggi della nostra terra; l’artista figurativo Nick Petruccelli di San Marco in Lamis; nonché docenti, poeti, fotografi e curiosi in genere, come il poeta Raimondo Ardolino di Rignano, reduce di un recente successo in quel di Altamura. Da evidenziare, infine, l’invito ufficiale rivolto al Ferrara dal succitata Torelli al protagonista della serata a far parte degli animatori del noto sito-Web apricenese sulla canzone popolare.