di Nicola Maria Spagnoli
Roma, giovedì 29 ottobre 2015 - Nel 1599, o per altri nel biennio 1600-1601, Michelangelo Merisi da Caravaggio dipinge due quadri dedicati a S. Matteo apostolo per la Chiesa di S. Luigi dei Francesi in Roma, la Vocazione (foto 1) ed il Martirio (foto 2). Il primo, come tutti i quadri del Caravaggio fu subito bollato come una scena da osteria, del secondo fu detto che più che un martirio la scena sembrava riprendesse una rissa di borgata. Naturalmente il tempo ha dato ragione al Maestro ed ora questo capolavoro in cui è da notare la composizione ad X della scena e il suo autoritratto sullo sfondo a sinistra, non manca di ispirare persino la discografia “leggera” ed a proposito.
Difatti questa trilogia in elegante cofanetto (ma i CD sono 4 in quanto c’è anche la versione inglese di Papillon pubblicata solo nel ’92) contiene i tre dischi storici dei Latte e Miele fra cui il primo e più importante per loro, anche se il più disomogeneo, si chiama appunto Passio Secundum Mattheum, un concept-album del 1972, tipico del periodo Prog (citiamo un altro a caso: La Bibbia del Balletto di Bronzo). Questa Passione è naturalmente ispirata all’ opera omonima di Johann Sebastian Bach (Matthauspassion BWW 244), grandissima, per voci, doppio coro e doppia orchestra. Anche il nostro Gruppo si avvale di un coro ed anche celebre, quello dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano per la registrazione e di altri cori nelle esibizioni dal vivo come quello dell’Opera di Roma utilizzato nella presentazione del lavoro al Teatro Oratorio Vaticano davanti al Papa di allora Paolo VI. Primo lavoro di un nuovo gruppo di allora ma comunque incredibile per maturità e per i tempi, nonostante la giovanissima età dei componenti (16 anni il più giovane, il batterista Alfio Vitanza).
Il secondo disco, Papillon, risulta più maturo anche per la storia, quella di una marionetta (Papillon appunto) che viene processato perché innamorato di una bambina. Sempre con predominanza classica ed emersoniana infine, ma con più spiccate venature jazz, il disco della maturità (del ’76), Aquile e Scoiattoli in cui spiccano un rifacimento dell’Opera 21 di Beethoven ed la godibile Pavana di oltre 23 minuti. All’epoca questi LP non si avvalsero certo di copertine eccelse ma ora, anche sulla falsariga di altri esempi, l’immagine classica volentieri viene utilizzata sempre più spesso anche nei dischi leggeri. Non certamente sempre immagini caravaggesche, come quella celebre di Ceremony degli Spooky Tooth con Pierre Henry, ma per restare in campo nostrano, certamente è da citare quella relativamente recente, ma in questo caso leonardesca, di Olio della Mina nazionale per continuare con, questa più datata, la quadreria di Ritratti di Guccini o con il collage di Oro,Incenso e Birra di Zucchero o ancora con la splendida Battaglia delle Piramidi di Antoine Gros (allievo di David) utilizzata per L’Imboscata di Battiato, per non parlare della serie Futuro Antico di Branduardi.
Un ritorno ciclico della citazione d’altronde viaggia ciclicamente anche nel mondo dell’arte, sia nella Pop-Art americana, come in Rauchenberg che nel citazionismo europeo, più ispirato proprio a Caravaggio, fra cui vogliamo ricordare il polacco Walkusky o l’italico Egidio Manganelli (foto 3) che per i suoi miti del Rock, per tanti anni presentati al Minimuseo durante la Festa europea della musica, indubbiamente trae ispirazione dal Maestro. Naturalmente i Latte e Miele non si sono fermati agli anni ’70. L’allora giovanissimo batterista Alfio Vitanza suonò poi con i nuovi New Trolls e addirittura il tastierista Oliviero Lacagnina, come musicista classico contemporaneo ed autore di colonne sonore, vanta a tutt’oggi un discografia corposa e quasi sempre eccellente e finalmente tutti i componenti originari nel 2009 registrano un lavoro nuovo di zecca, Marco Polo, e infine, nel 2014, ecco il Complete work della Passion rifatta con inediti in un altro bel cofanetto da collezione.
Nicola M. Spagnoli
foto 1 (La Vocazione)
foto 2 (Il Martirio)
foto 3 (Egidio Manganelli)
Il Video Latte e Miele