di Luigi Ciavarella
San Marco in Lamis, martedì 10 maggio 2016 - E stata una meteora ma sufficiente per avere un posto di rilievo nella storia della musica rock. Stiamo parlando del cosiddetto primo supergruppo nato sulla spinta emotiva di due musicisti di prima grandezza del firmamento rock. Siamo nel marzo del 1969 quando Eric Clapton, appena dissolta l’esperienza con i Cream ( a priori giudicato il “primo” supergruppo in assoluto ) e Steve Winwood, genio, precoce e autorevole della scena soul pop inglese, anch’egli reduce da una esperienza appena fallita con i Traffic, decidono di formare una band estemporanea in attesa di tempi migliori.
Si associano al progetto due altri musicisti, il bassista Rich Grech, proveniente dai Family, altra band storica del pop soul inglese, , e Ginger Baker, anch’egli reduce dallo scioglimento dei Cream. Si chiamano Blind Faith, fede cieca, nome curioso e suggestivo in grado di stigmatizzare un momento destinato ad avere breve vita ( appena sette mesi ) ma lunga eco nella storia musicale per un disco a dir poco epocale e una serie di concerti strepitosi che hanno alimentato una leggenda che ancora oggi tiene banco nelle vicende del genere.
Il loro debutto avviene a Londra ( Hyde Park ) nel giugno dello stesso anno e ottiene un successo clamoroso nonostante il gruppo rinunci a suonare vecchi brani provenienti dal repertorio dei rispettivi gruppi anche se nei tour americano e scandinavo saranno costretti ad attingervi per portare a termine le loro performance altrimenti esigue. A settembre esce per i tipi di una sottomarca della Atlantic finalmente il tanto atteso unico album dei Blind Faith, senza titolo (inaugurando una nuova moda), che contiene sei brani equamente scritti da tutti i componenti anche se la parte da leone la fa Steve Winwood. Il lavoro è all’altezza delle aspettative e della fama conquistata dal gruppo dal vivo durante quei mesi intensivi.
La foto di copertina però procura loro qualche guaio con la censura americana poiché evidenzia il corpo nudo di una lolita dai capelli rossi mentre tiene in una mano un giocattolo (considerato allusione fallica) opera del fotografo Bob Seidermann, noto soprattutto per le cover di Janis Joplin. All’inizio si era pensato che quella ragazzina fosse la figlia di Ginger Baker, anch’ella come il padre con i capelli rossicci, mentre invece si tratta di Maiora Goschen che, nelle intenzione del fotografo, doveva evidenziare il passaggio evolutivo donna – bambina, appunto la fede cieca. A causa di ciò il disco venne rifiutato dai distributori americani sino a quando la copertina non venne sostituita con una più convenzionale, mentre in Inghilterra e in tutta Europa restò l’originale.
Il disco, come accennavo, ottenne in tutto il mondo un successo clamoroso. I brani più importanti che ancora oggi si ricordano con grande emozione sono principalmente due : Presence of the Lord di Eric Clapton, un brano sorprendentemente mistico, e Sea of Joy, di Steve Winwood, brano dal carattere molto suggestivo. All’album seguì una ristampa nel 2001 con doppio cd che riporta tutte i brani e le tante improvvisazioni proveniente dalle sessions del disco.
La storia dei Blind Faith termina nel novembre del 1969, dopo sette mesi di vita, lasciando un ricordo indelebile nella storia della musica rock. Eric Clapton avrebbe raggiunto le calde regioni del sud degli Stati Uniti per imbastire nuove esperienze e nuovi legami con quelle genti, Steve Winwood invece avrebbe scritto John Barleycorn Must Die e riformato i Traffic, mentre dei restanti Ginger Baker si rifugerà in Africa e Rick Grech si ritirerà dalle scene il 1977 e morirà nel 1990 a soli 43 anni per le conseguenze causate dall’alcoolismo.
Luigi Ciavarella