Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 22 novembre 2023 - Dopo anni ed anni di oscurità, finalmente un po’ di luce sul cortile antistante la palazzina di Via Renato Guttuso, 4, a Rignano Garganico. Si tratta ovviamente di illuminazione elettrica di uno dei tanti pali in ferro-ghisa che adornano e illuminano l’intera e lunga strada che racchiude uno dei quartieri più recenti e popolosi del paese. L’occasione pare sia data dal cambio luce dell’intero paese che passa tutto a Led ossia a basso consumo. E questo per il risparmio del costo energia.
Torniamo a noi. La zona sotto osservazione che abbraccia l’intero Belvedere Est, un tempo era denominato “camposanto vecchio” e come punto di riferimento aveva un cappellone con cupola fatta di vetri colorati, utilizzato sino all’inizio del secolo scorso. E questo in conseguenza dell’apertura del nuovo Cimitero, costruito dalla sammarchese ditta Del Mastro a circa un chilometro dalle ultime case sulla strada comunale per San Marco in Lamis.
L’antico stabile, che era attorniato di grandi fosse di seppellimento collettivo e più in là di latrine a cielo aperto, comprendeva anche la cappella dei Ricci. Una nobile ed agiata famiglia, quest’ultima, che assieme ad altre di pari grado, quali i De Maio, i Piccirilli, i Ponziano, ecc., avevano dato al paese nel corso dei decenni illustri professionisti, esponenti del clero ed amministratori. Tra l’altro, Giulio Ricci, primo ed unico scrittore verista della Puglia, scomparso in età giovanissima, dopo aver dato alle stampe il romanzo “Rosedda”, un diario e una raccolta di poesie. Non a caso il letterato era qui seppellito. Ad indicarne la tomba, come ricorda da bambino chi scrive, era una lapide marmorea finemente scolpita, contenente frasi significative, murata all’esterno della predetta struttura. Per tutto il periodo della dismissione, il fabbricato ospitò animali da soma con il carro del trasporto immondizie. Fu abbattuto, senza lasciare tracce, alla fine degli anni’60 con l’inizio in zona della costruzione di nuovi fabbricati.
Riprendendo il discorso di cronaca, si è provveduto da subito a mettere in sesto il vecchio palo, ormai traballante, per via dei colpi subiti più volte dalle auto in retromarcia. Si è operato, altresì, a dotare la testa di esso dell’apposito cappello artistico in metallo con dentro l’immancabile lampadina Led. In serata la stessa ha preso luce, assieme a tutte le altre, illuminando a giorno lo spazio sottostante, evitando così da ora in poi ai passanti, specie se anziani, di inciampare puntualmente per qualche sasso o altro impedimento in più, puntualmente trasportato dal vento e dai cosiddetti mulinelli che qui sono attivi un giorno no e molti altri si.
“Il troppo storpia”, dice l’antico proverbio. E nel nostro caso a giusta ragione. A ritardare la soluzione del problema pare sia stato la presenza all’interno della palazzina condominiale di un amministratore comunale di lungo corso che non avrebbe assolutamente voluto essere incolpato di pensare ai fatti propri. Perciò quando si parlava di lampadine o di lamentele al riguardo sollevate da questo o da quell’altro inquilino, egli, sospinto da questo eccesso di moralità, avrebbe fatto orecchio da mercante e rinviato puntualmente la soluzione.
Ora costui, pur essendo il primo eletto, da un anno non fa parte più dell’esecutivo. Per di più è cambiata anche la ditta gestrice. Non è più quella locale, ma di Manfredonia. Quindi, per il sindaco è stato facile sollecitarla ed indurla finalmente a risolvere il problema della carenza di luce in zona, unitamente al predetto cambio generale delle lampadine. Perciò, vanno a lui tutti i ringraziamenti non solo degli inquilini della palazzina “sfortunata” ma dell’intera comunità,, contenta di essere ritornata a vivere in un vero e proprio Presepe Vivente, al pari di quello in allestimento da molti anni nel centro storico di origine e fattura medievale.