Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 24 agosto 2016 - Continua la protesta, a Rignano Garganico, contro la denominazione impropria data all’omonimo ghetto, ora ribattezzato Gran Ghetto. Una vicenda, quest’ultima, che trae origine dalla vicinanza della ormai disusata stazione ferroviaria di Rignano Scalo (ex-Eridania) confuso con l’omonimo centro abitato ubicato a circa 25 chilometri sul dirimpettaio Gargano. Nell’errore puntualmente ci sono cascati i mass- media cartacei, televisivi e digitali di mezza Italia, comprese alcune testate informative prestigiose, come l’Espresso.
Non a caso l’Amministrazione Comunale di Vito Di Carlo, avvertendo l’umore nero della gente alimentato da questa presunta “diffamazione” continua che persiste da oltre un decennio, ha stilato e diffuso il documento che segue, indirizzato a Prefettura, Provincia e Regione, che riportiamo integralmente per dovere di cronaca: <<Nonostante gli sforzi fatti e i chiarimenti con l’amministrazione del sindaco di San Severo sull’appartenenza del ghetto al proprio Comune dell’area in cui insiste. Ancora una volta ci troviamo come Comune di Rignano Garganico ci troviamo sbattuti in Prima pagina sul settimanale l’Espresso pubblicato Domenica 21 /08/2016, facendoci apparire di fronte all’opinione pubblica come uno dei Comuni, dove tutto è possibile (violenze, messe nere, mafia, ecc.). Certamente tutto questo il nostro Comune non lo merita, perché si è sempre contraddistinto per l’ospitalità e accoglienza dei migranti.
Tutto questo sta penalizzando fortemente l’economia di Rignano Garganico, già rea difficile dalla posizione geografica nell’entroterra del parco Nazionale del gargano. Pertanto si chiede al Presidente della Regione Puglia, al Presidente dell’Amministrazione Provinciale, di porre in essere le azioni e le iniziative per mettere la parola fine a questo degrado, che mette in cattiva luce non solo noi, ma l’intera Regione Puglia>>. Da evidenziare che alla visita compiuta l’altro giorno al Gran Ghetto, dal ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, l’autorità comunale per la prima volta non è stata né invitata, né coinvolta, quasi a significare il riconoscimento indiretto della sua estraneità territoriale e morale alla vicenda in parola.
Eppure il sindaco Di Carlo, nonostante la sua ribadita incompetenza, aveva dichiarato sin dalla sua prima visita al luogo, la disponibilità a dare una mano d’aiuto, mai richiesta. Sugli ultimi sviluppi della “vexata quaestio” un ruolo importante lo avrebbe assolto il Governatore Michele Emiliano, da tempo impegnato sul fronte della risoluzione definitiva del problema che dovrebbe concludersi, come più volte annunciato, nel corso dei prossimi mesi.