Antonio del Vecchio
Rignano Garganico - lunedì 22 agosto 2016 - Non è la prima volta che ciò accade, almeno per L’espresso, nel collocare il “ghetto” nei luoghi sbagliati, salvando così la faccia a chi è responsabile di fronte alla legge e alla politica amministrativa di tutto ciò che accade in materia di sicurezza ed altro sul proprio territorio di competenza. Lo ha fatto già in qualche altro reportage alcuni anni or sono, evitando anche in quella occasione di leggersi attentamente le carte o meglio la carta geografica. Non è il solo, qualche settimana fa, c’è stata un altro “mal servizio”di Telenorba, a cui è pervenuta una lettera di protesta al direttore che, purtroppo, non ancora ha avuto risposta.
Al riguardo la dice lunga lo scritto che segue a firma dell’ex-sindaco Antonio Gisolfi, sostenitore ardito della campagna stampa già avviata da chi scrive durante il suo mandato: << E mo basta!!! Penso sia arrivato il momento anche di un’azione collettiva. Ognuno di noi, per amore del proprio paese, deve segnalare, come ho fatto io, all’Amministrazione Comunale (già attivatasi in merito) ogni servizio giornalistico che continua a collocare il “Ghetto” nel territorio rignanese.
Inoltre invito tutti a scrivere a L’Espresso, chiedendo, anzi pretendendo, chiarezza e onesta, verso un piccolo paese, che può raccontare all’Italia intera esempi di piena integrazione e accoglienza. L’amministrazione comunale di San Severo si prenda le sue responsabilità e la smetta di infilare la testa sotto la sabbia, perché il “Ghetto” è nel suo territorio ed è l’unica che può intervenire. Invitiamo altresì, in questo caso il direttore de L’espresso Tommaso Cerno, e il giornalista che a redatto il servizio, Fabrizio Gatti, a venire a Rignano, e a fargli vedere con i binocoli del belvedere dove è situato davvero il “Ghetto”, ovvero ad oltre due Km in linea d’aria dal nostro territorio.
Ps: in segno di protesta non comprate e non fate comprare il giornale L’Espresso.>>. Secondo i bene informati, il sindaco questa volta può fare anche di più rispetto alla solita smentita giornalistica che trova il tempo che trova, trattandosi di un settimanale di rilevanza nazionale, come per esempio il ricorso alla magistratura. In ciò sarebbe autorizzato da un ordine del giorno approvato all’unanimità lo scorso anno. Da non dimenticare che a difendere Rignano e la sua “estraneità” all’increscioso ed irrisolto tema, ci aveva pensato alcuni mesi or sono la seguitissima testata digitale foggiana Lettere Meridiane di Geppe Inserra, ma come si nota finora senza risultati concreti.
Non è vero che la determinazione del luogo conta poco rispetto alla rilevanza del tema. Altro che, se si pensa che tempo fa qualcuno, stilando il suo bravo articolo “a tavolino” lo avrebbe collocato addirittura vicino la città di San Pio ossia San Giovanni Rotondo, erroneamente riferendosi al centro abitato di Rignano. D’accordo l’intero paese: è ora di dire basta!