Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, domenica 6 dicembre 2015 -  Celebrata la giornata del ricordo e della solidarietà, a San Marco in Lamis, significata da una tavola rotonda a più voci svoltasi ieri sera presso l’Auditorium della locale Biblioteca Comunale. Il riferimento è all’immane tragedia del  terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia. Evento sismico, come  noto, che aveva colpito, tra l’altro, oltre a Sant’Angelo dei Lombardi e ad innumerevoli centri abitati ai confini tra la Basilicata e la Campania, anche il piccolo centro di Teora in provincia di Avellino, ridotto ad un accumulo di macerie e con centinaia e centinaia di morti.

 I primi ad accorrere sul posto, su segnalazione della Prefettura, a sua volta informata da un radio-amatore, fu una nutrita comitiva di soccorritori e volontari sammarchesi, capeggiati dal dinamico ed indimenticabile Gabriele Tardio, sempre primo in questo genere di cose, in virtù della sua innata e pregnante umanità e senso pratico. Non a caso si prodigò a raccogliere sangue e bare, assieme a pale, picconi e zaini. Il tutto fu caricato sul camion di Peppino Zagaria e portato sul posto per sovvenire alla bisogna più impellente. Tra questi c’era anche il futuro avvocato Angelo Ciavarella, consigliere della FondazioneAngelo e Pasquale Soccio”, organizzatrice dell’evento odierno, il quale ha esposto in dettaglio, quasi che fosse un bollettino di guerra, le ore e i giorni della tragedia, nonché i vari e ripetuti incontri con le persone salvate e il resto della popolazione, ridottasi quasi alla metà, rispetto alle 3000  anime, ante terremoto.

Incontri, come l’ultimo del 27 giugno c.a., basati sullo scambio culturale e l’approccio alle rispettive tradizioni, il tutto condensato nel video “Una Canzone per Teora” (parole dello stesso Ciavarella e musiche di Angelo Gualano), assemblato e proiettato da Raffaele Nardella (altro antico soccorritore). La visione è stata seguita con viva attenzione e commozione dalla variegata platea, tra cui c’erano anche i ragazzi scout. Ha preso, poi, la parola il vice-sindaco Raffaele Fino, che oltre a portare il saluto dell’intera città,  ha auspicato  un rapporto più stretto e pregnante sul piano politico e culturale tra le due comunità. In sintonia, si è espresso pure il primo cittadino di Teora, Stefano Farina, che ha ringraziato, soffermandosi sulle cose da fare e da intensificare per migliorare e rendere più fattivo il rapporto di interscambio in questione.

 Dal canto suo, il consigliere regionale Ruggiero Mennea, nella sua veste di Presidente del Comitato della Protezione Civile pugliese, dopo aver fatto un esaustivo excursus normativo sul tema del volontariato, si è soffermato sul discorso della prevenzione e della pianificazione decentrata. Prima si sarebbe fallito, a suo dire, perché il potere decisionale, come a L’Aquila, era concentrato nelle mani di un unico commissario nazionale. Con il trasferimento della delicata materia alle regioni, ora s’intende viaggiare in rete con organismi, quali i Comuni, in modo da abbattere del tutto i tempi morti dell’intervento, in caso di gravi calamità naturali e sismiche.

Il Presidente della Fondazione, Raffaele Cera, ha tratto le conclusioni, innescando lo scambio dei “doni” tra l’una e l’altra città, materializzatosi con pacchetti libri, foto-ricordo, serigrafie e quant’altro, compresa una rassegna stampa sul tragico avvenimento, racchiusa in elegante copia anastatica, dedicata al compianto Tardio ed esposta in sala. La parte del “l’avvocato del diavolo”, in qualità di moderatore, l’ha fatta Matteo Coco, che puntualmente ha tirato fuori i vari e presunti “errori-orrori” commessi dalla Politica nelle occasioni man mano sopra descritte o citate.