di Luigi Ciavarella
San Marco in Lamis, giovedì 3 dicembre 2015 - Il rock n roll è stato la musica del secolo scorso. Nonostante si voglia a tutti i costi sminuirne ogni velleità artistica riducendolo a mera manifestazione di impulsi giovanili privi di spessore culturale ed educativo, il Rock attraverso tutte le sue contaminazioni varie, avvenute attraverso la sua naturale evoluzione temporale, ha sempre dato voce e sostanza a tutte le istanze sociali giovanili, pronunciandosi spesso a chiare lettere contro ogni forma di violenza e sempre a sostegno di quei valori che sono alla base della convivenza civile dell’umanità.
Tutti i vari raduni oceanici e i vari benefit degli anni settanta/ottanta, dalla No War agli aiuti in Africa, contro le armi e la violenza e contro la fame nel mondo, stanno lì a testimoniare quanto il mondo del rock abbia saputo esprimere in ogni occasione la propria indignazione, a volte anche concretamente, riuscendo persino a stimolare dibattiti importanti intorno a queste questione cruciali nelle vari assise internazionali.
Ma come nasce il Rock n Roll ?
Le origini sono controverse poiché affondano radici in tempi lontani, addirittura tra le due guerre, in tempi in cui la musica è ancora patrimonio di pochi e si rivolge ad una classe dominante, borghese, che vuole divertirsi e dove il popolo è escluso. Men che mai i giovani.
Si chiama Swing ed è una costola della musica jazz, il mondo effimero delle grandi orchestre che riempiono i teatri e le hall e non ha alcun legame con la musica popolare che invece si propaga tra i ceti bassi, persino tra gli schiavi dove maggiormente prende forma, nelle paludose terre del sud degli Stati Uniti come nelle nascenti metropoli settentrionali (Detroit, per esempio). Luoghi distanti in cui una musica semplice appena sussurrata che diventa espressione di tutto il dolore e la solitudine di una generazione di neri, lontana dalle loro terre d’Africa, spesso accompagnata con la sola chitarra o un’armonica a bocca e suonata durante le pause di lavoro, diventa il punto di riferimento di una generazione di esclusi.
E’ il blues delle dodici battute, desolante e lacerante, che si fa largo tra il popolo nero del riscatto, silenzioso e umile, che da voce al proprio disagio attraverso i penetranti canti blues, e dove riesce ad avere l’attenzione da parte di alcuni musicisti bianchi, quelli più esposti alle novità, intercettando punti di contatto che saranno fatali per l’evoluzione stessa del concetto di musica.
Tutto accade nel dopoguerra dove cambia l’approccio soprattutto nel nord America dove l’integrazione, nonostante tutto, è meno asfissiante rispetto al sud dove invece permangono, ancora rigide tradizioni d’apartheid dure a morire. Se lunghe le rive del Mississippi si svilupperà con fatica un blues acustico e solitario, nel nord, dove già una forma di contaminazione con la tradizione bianca sta facendosi largo, il blues ottiene una maggiore attenzione. E’ il blues elettrico dei variMuddy Waters, Willie Dixon, Otis Rush, Howlin Wolf, Sonny Boy Williamson, ecc… che negli anni cinquanta dilaga in quella regione industriale tanto da diventare terra natale dei primi vagiti del rock n roll. ( Bill Haley and the Comets )
Nel sud rurale e acustico più esposto alle contaminazioni con la circostante area francofona e ispanica, terra più più suggestiva, la contaminazione del blues ha una ricchezza maggiore rispetto al nord. Se Robert Johnson, in primis, ma anche altri come Skip James,Mississippi Joe Hurt, ( delta blues ) ecc… riescono a stimolare l’interesse dei bianchi intorno alla loro musica, è vero che i bianchi si appropriano il necessario per creare dal nulla un ibrido che ha così due paternità: il rock appunto, che ha origini dal blues nero e dalla musica bianca ( l’american music cosi intrisa di sapori country )
Tra Louis Jordan e Roy Brown, Arthur Crudup eWymonie Harris, nomi leggendari che si rincorrono nelle curiosità sorte intorno ai prodromi del rock n roll, nasce colui che invece il rock n roll lo ha inventato e da cui trae ragione di esistere come genere nuovo, musicale e di costume che cambierà i connotati della musica del secolo scorso.
Lui si chiama Elvis Presley e si appresta, inconsapevolmente, quella mattina del 5 luglio 1954, negli studi leggendari della Chess della sua città, Memphis, Tennessee, ad incidere alcuni brani che cambieranno la storia della musica. Tra questi una cover di That’s All Right Mama, scritta e pubblicata molti anni prima senza fortuna da Arthur Crudup, che nella versione di Elvis acquista una nuova linfa, una percezione nuova che ha il sapore del miracolo, che quella mattina Sam Philips, il boss dell’etichetta, e i vari musicisti delle sessions,Scotty Moore e Bill Black avvertono ma che non riescono a classificare.
In realtà Elvis rappresenta la punta più qualificante di un iceberg che emerge da una condizione di novità assoluta che si sta affacciando alla ribalta in ogni parte degli Stati Uniti. Una svolta nei rapporti inter generazionali sta nascendo poiché per la prima volta questa musica è rivolta ai giovani, che diventano protagonisti, ed è anche questa una forma di indipendenza, rivoluzionaria, che i giovani si stanno appropriando seppur con tanta fatica a causa della incapacità dei padri di comprendere sino in fondo le ragioni dei propri figli.
Elvis Presley sarà l’espressione più convincente ( e conveniente ) di questo nascente fenomeno poiché possiede il volto che serve all’industria del rock n roll per pianificare i propri interessi d’espansione ; l’immagine del nuovo che avanza, della rivoluzione socio-culturale, di costume, dimenticando spesso che il rock n roll ha avuto origini dal blues, da quel mondo arcaico e crudele che è stato il luogo dove migliaia di neri hanno subito ogni sorta di vessazione.
Poi è vero che quasi in contemporanea ci sono stati i vari Bill Haley e i suoi Comets, personaggio differente da Presley, che si inventa un titolo altisonante come Rock Around The Clock, che venne posto in coda nei titoli di un film che parla di malvivenza giovanile, accostando il genere ad un mondo che in realtà aveva tutt’altri obiettivi. La forma musicale verrà meglio espressa per continuità da tutt’altri pionieri che sono stati Chuck Berry, Buddy Holly, Little Richard, Jerry Lee Lewis, ecc.. personaggi autentici ed essenziali come discepoli che serviranno al sistema per propagare in ogni angolo del mondo la nuova musica per giovani. Elvis Presley verrà fagocitato da tanti altri interessi al punto di far perdere le proprie tracce in tanti rivoli, blues, gospel, country, films di successo ; la sua voce diventata buona per tutte le stagioni, milionaria e preziosa per gli affari che il sistema si prefigge di realizzare.
Agli inizi degli anni sessanta la musica rock comincia a cambiare i connotati tanto in America quanto in Inghilterra, e il lungo cammino di questo genere musicale inizia da quel momento.
Luigi Ciavarella