Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 10 dicembre 2018 -  Quello che impressionava erano le cassette dei pomodori piene di giornali. Naturalmente i pomodori non c’erano più da tempo: la salsa era ormai un vecchio ricordo, e quello spazio, nelle cassette di un legno molto sottile e leggero, veniva occupato da decine di giornali. In una cassetta se ne potevano infilare due file verticali: i giornali venivano impilati uno sull’altro, come delle torri gemelle non molto alte, ma di uguale altezza. Dove le foto dei due giornali, che stavano in alto su queste due colonne, sembravano combaciare, e gli attori lì sopra ritratti, baciarsi.

  Inizialmente erano dei giornaletti in bianco e nero per poi ammirarli a colori alcuni decenni dopo. E sopra, attori e attrici che erano sempre vicini, che si accarezzavano, baciavano e spesso piangevano. La leggenda dice che per poter fare quel lavoro, bisognava solo imparare tre espressioni: rabbia, innamoramento, dubbio. E poi si poteva fare gli attori  dei fotoromanzi!!

 Li abbiamo inventati noi i fotoromanzi, gli italiani!! E venivano letti soprattutto d’estate, letture esclusive delle ragazze che si sedevano sui “pezzi” delle scale esterne alle abitazioni e leggevano, in silenzio, non commentavano durante la lettura. Ma c’era un qualcosa di sacro e profano messo insieme, parliamo di almeno 50 anni fa, in pieno boom. Non voglio fare una cronistoria di questo fenomeno editoriale, ma ricordarlo per come l’ho visto e vissuto.

 Le ragazzine di decenni fa, si immedesimavano in quelle storie, la tv non offriva molto, l’educazione era molto rigida, così come veniva imposta dalla società del tempo e dalla religione “di Stato”. E guai a seguire l’esempio “di quelle storie”: il peccato e l’errore umano erano dietro l’angolo!! “Li giurnalett” spesso venivano buttati nell’immondizia dalle mamme di alcune ragazzine troppo moderne. In una pagina di un fotoromanzo c’erano normalmente sei foto, con i “fumetti” dove venivano stampati i dialoghi degli attori. Per l’epoca vedere delle foto anche in bianco e nero di attori che si baciavano sdraiati, era quasi un modo “simil-pornografico” di porsi davanti ad una lettura.

 L’adolescenza esplodeva e bisognava reprimere quasi tutto quello che passava nella mente. Non capisco come mai i fotoromanzi l’abbiano scampata dai roghi dei supervisori della buoncostume. Non perché proponessero visivamente “cose sconce”, ma perché avrebbero potuto…  indurre in tentazione.  

 La colonna sonora dei fotoromanzi poteva essere benissimo le canzoni di Adamo, un cantante italo-belga che bene si associava con la sua musica alla lettura delle storie d’amore fotografate. Altre canzoni che facevano da sottofondo a quelle storie erano quelle di Gigliola Cinquetti, Ornella Vanoni, Mina.   

 Il fotoromanzo non era un prodotto di qualità, anche se in un primo momento non lo sembrava. Lo si poteva rimediare oltre che nelle edicole, anche dalle parrucchiere, e nelle abitazioni delle amiche dove c’era uno scambio di queste riviste (mamme permettendo…), difficilmente venivano regalate. E spesso molti numeri di fotoromanzi erano quasi sudici: troppe dita, anche inumidite con le labbra, erano passate su quelle pagine.

 Bisognava essere belli!! Per fare l’attore di fotoromanzi la bellezza era tutto. Anche i personaggi cattivi ed antipatici dovevano essere attraenti. E spesso le ragazzine si innamoravano di più dei personaggi “carogne” che di quelli pettinati e truccati bene. I fotoromanzi potremmo definirli i precursori delle telenovelas sudamericane: dopo il nostro Paese quelli che seguirono l’onda di questa particolare pubblicazione furono il Brasile e altri Paesi latini.

 Le storie dei fotoromanzi non finivano sempre con il lieto fine: descrivevano la realtà anche in fatti di sentimenti. Il principe azzurro non sempre era di questo colore, e la bella addormentata non sempre dormiva. Saranno almeno vent’anni che non ne vedo in giro. E chissà se qualche giovane di oggi riuscirebbe a capirci qualcosa. Forse in quei sorrisi, quegli abbracci e quei dialoghi fatti in modo ravvicinato, oggi il tutto sembrerebbe fin troppo casto: come un sacerdote che sta confessando una fedele.   

 Alcune riviste storiche: Grand Hotel, Bolero, Sogno, Charme, Kolossal, Idillio, Lancio Story, Marina, Katiuscia, Letizia, Sabrina, Dalida, Estasi, Cineromanzo, Sentimentale, Lucky…

 Alcuni attori e attici: Maurizio Aiello, Serena Autieri, Kabir Bedi, Massimo Ciavarro, Roberto Farnesi, Sebastiano Somma, Franco Dani, Franco Gasparri, Alessia Merz, Barbara De Rossi, Ornella Muti, Franco Califano, Gabriella Farinon, Giuliano Gemma, Laura Efrikian, Maurizio Merli, Mita Medici, Andrea Giordana, Edy Campagnoli…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio