Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, lunedì 12 novembre 2018 - Ci sono luoghi dove il Destino (o il Caso) sembra che si sia dato appuntamento con la Vita. Dove la componente umana poco può, per deviare gli eventi che camminano su binari che la Storia ha già deciso quali fossero. Luoghi pieni di vita e di morte. Di spiritualità e materialismo più becero. E dove, anche a distanza di tanti anni, potrebbero riemergere tracce di storia dal passato, per far riscrivere le vite di alcuni di noi.
I nomi di questa storia, anche se non si sanno ancora, potrebbero essere quelli di Emanuela Orlandi e diMirella Gregori. Come potrebbero essere anche quelli di gente vissuta centinaia di anni fa, e solo adesso ritornano tra di noi per farci conoscere le loro vite, e soprattutto le loro morti.
Villa Giorgina. È da questo posto che parte il nostro viaggio all’interno di una vicenda che ha attraversato quasi cent’anni, arrivando a far riprendere a tutti i giornali del Mondo, le storie ancora non chiare di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparse nel 1983 nel giro di pochi giorni una dall’altra nella Città del Vaticano.
E pochi giorni fa, in questa villa, dove c’è la sede della Nunziatura Apostolica, sono stati ritrovati alcune ossa umane, appartenenti sembrerebbe a due donne. Le indagini sono in corso. A parte questo ultimo atto di Villa Giorgina, ma quello che mi ha sorpreso di questo posto, è la storia di questo parco immenso: 20.000 metri quadri.
Abramo Giacobbe Isaia Levi, già il nome è un programma: nel senso che ci sono chiare tracce genetiche di ebraismo. Ma poi nel tempo tutto questo si trasformò: in fascismo e cattolicesimo(!!??) Forse uno dei pochissimi casi nella storia dell’umanità, che un ebreo diventa prima fascista(?!) e poi si converte(?) al Cattolicesimo(??!!)
Abramo Giacobbe Isaia Levi era il proprietario proprio di Villa Giorgina. Ma come mai una proprietà immensa di un ebreo finì alla Chiesa? E qui inizia una storia lunga e tempestosa. L’ebreo “cattolizzato”, prima di convertirsi alla nuova religione, era un industriale e un senatore durante il periodo fascista, dal 1933 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Però nel 1938 con l'emanazione delle leggi razziali, Levi subì diverse discriminazioni, restituì la tessera del Partito Nazionale Fascista e si dimise da parecchie cariche che ricopriva.
Ma essendo ricco (diciamolo così in modo che tutti capiscano…) l’anno dopo ottenne lo status di "ebreo discriminato" e nel 1940 conseguì l'"arianizzazione!!" E questo è il punto più difficile da spiegare: ma come è stato possibile che una persona nata da genitori ebrei, si decida di farlo diventare ariano??? (sempre se esiste la razza ariana…) Con questo atto, Levi, riprese le sue cariche pubbliche fino la 1943, quando, con la guerra ormai verso la fine, capì che tutto era perduto: fascismo, guerra e proprietà!!
Immaginando che la fine fosse vicina, Abramo Giacobbe Isaia Levi decise di diventare cattolico, donando alla Chiesa alcune sue proprietà, tra cui Villa Giorgina. Ecco come questo luogo, dove sono state ritrovate delle ossa in questi giorni, entra in tutta questa storia.
Diventando cattolico, l’ex ebreo Levi, potè rifugiarsi dentro le mura vaticane, e sfuggire ai tedeschi, che ormai consideravano gli italiani dei traditori, essendo passati con gli Angloamericani per terminare la guerra contro i tedeschi. E perché quella villa prende il nome Giorgina? E questa è un’altra nota dolente di tutta questa storia: Giorgina era il nome dell’unica figlia di Levi, che morì di leucemia a 13 anni.
Giorgina Levi di 13 anni, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori entrambe di 15 anni, sembra cha ci sia, dietro questi nomi, un destino comune che riunisca tre ragazzine dentro le mura di questa villa. Non sappiamo ancora l’esito degli esami del caso, per accertare di chi fossero quelle ossa ritrovate dentro villa Giorgina.
Ma il caso (o il destino) ci ha messo del suo per far riemergere almeno la storia di Abramo Giacobbe Isaia Levi, e farla conoscere ai tanti che non ne sapevano l’esistenza. L’umanità è talmente varia che spesso si usa dire che la vita è bella non perché è varia, ma perché… è avariata.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio