Mario Ciro Ciavarella Aurel

San Marco in Lamis, mercoledì 3 ottobre 2018 -  Chissà quanti punti avranno raccolto, il Buon Ladrone, la Maddalena, il Cireneo, l’Adultera e tanti altri che hanno conosciuto Gesù e, chi in un modo e chi in un altro, hanno fatto parte sia della sua vita terrena che di quella ultraterrena. La bellezza della fede è che ognuno la ottiene (se la ottiene) in modo diverso: direttamente per Grazia (come diceva San Paolo), attraverso le opere di bene, per un pentimento realmente sentito, e in altri modi.

 Ma per mettere ordine in questo difficile aspetto della vita di un cristiano, di tanto in tanto, salta fuori la raccolta-punti per poter accedere ai Sacramenti, iniziando da ragazzini. In verità non è una novità assoluta, quella dei “punti-(fede)ltà” per poter dire: “Adesso ho capito tutto della vita e di quello che c’è dopo!!”,  ma già esisteva da tempi remoti, quella di tenere una tessera per poter poi diventare Cattolici Apostolici Romani.

 Fatto che è avvenuto poco tempo fa in provincia di Como, nella  comunità parrocchiale Lurate Cacivio. Bisogna essere presenti alle lezioni che poi porteranno a poter accedere alla Prima Comunione e Cresima. Poi se le lezioni vengono apprese o meno, penso che non sia un problema… Sempre meglio così che, come quando, tanti anni fa, ai ragazzini che non sapevano ripetere le preghiere a memoria, gli veniva punta la lingua con un ago (c’è un amico mio che sbraita ancora, ricordando il dolore sulla punta della lingua)

 Ora, ad un’età che va dai dieci anni in su, in pieno periodo di pubertà e adolescenza, non è facile imporre la presenza per ascoltare la parola di dio. Anche perché gli stimoli esterni, negli ultimi tempi, sono tanti. È come se si volesse convincere a tutti i costi dei ragazzini, che se non c’è una presenza più o meno fissa a quegli appuntamenti, non si potrà andare in Paradiso.

 Ala fine si va sempre a finire lì: incutere timore, non dando un minimo di argine di dubbio. La presenza o meno di un ragazzino durante tutti gli appuntamenti di Catechismo, non penso che sia assolutamente essenziale affinchè la Fede entri dentro di loro: serve unicamente per inculcare dei concetti fissi e non discutibili sul Bene e sul Male.

 È come se su una carta geografica segnassimo i limiti, entro i quali mantenersi: al di là si entra in un’altra Nazione. La fede che viene argomentata con un disegno che ha una base, dei lati, un perimetro e tutto ciò che è ben definito, non regge!! È talmente complesso il senso della vita, che gli insegnamenti dettati da qualsiasi persona, non reggono!!!

 Altrimenti avremmo dei sapienti ai quali nulla è sfuggito. Detentori della verità assoluta, e di tutto ciò che dio pretende da noi!! fortunatamente esiste la gente che “sente” la vita, e quella che la vive. Non pensiate che ragazzini in piena età dello sviluppo non capiscano quando alcuni insegnamenti sono assurdi!!! No, non lo pensate!!!

 Ed è forse anche per questo che alcuni ragazzini, quella tessera non la completeranno mai: gli spazi vuoti sono pieni di domande alle quali i catechisti non hanno saputo rispondere!!!! La fede inizia a farsi strada, come anche la ragione, e i dubbi, e tutto ciò che, con gli occhi e la mente, ognuno di noi, da ragazzino, incominciò ad assimilare.

 E quando si assimila, sono dolori, per il ragazzino e per l’educatore!!!

 Soundtrack: “Blowin' in the Wind” - Bob Dylan   

 Film recommended: “The Game” di David Fincher

 

 Mario Ciro Ciavarella Aurelio