di Luigi Ciavarella
San Marco in Lamis, mercoledì 26 settembre 2018 - Con la canzone neomelodica non si possono usare mezze misure: o la si ama, e allora si entra in un universo in cui contano le emozioni, la bella voce, i buoni sentimenti oppure la si odia relegandola così ai margini di un mondo fatuo, persino stucchevole o fenomeno trash, condannandola a vivere soltanto dentro spazi riservati ai veri amatori. Eppure la canzone neomelodica ha una sua dignità, una sua parvenza di rispettabilità e soprattutto un pubblico giovanile numeroso che può contare su molti talenti sparsi tra Campania, Sicilia e Puglia, aree ritenute fondanti per lo sviluppo del fenomeno.
Per forza di cose i nomi più importanti provengono da Napoli o dalla Campania essendo il napoletano la “lingua ufficiale” della canzone neomelodica. Ma anche da altre insospettabili regioni, come per esempio la Puglia, che, pur conservando nei testi il dialetto partenopeo, molti di loro sono riusciti ad imporsi ottenendo una visibilità rilevante che è servita ad espandere ulteriormente melodie e contenuti (che spesso trattano temi come l’amore, le passioni, il tradimento, la famiglia, la malavita, etc.) in luoghi lontani come possono essere le comunità meridionali presenti in nord Italia o all’estero (leggi Germania).
Una musica che sta diventando sempre più popolare con un mercato in espansione e, soprattutto grazie al ricambio generazionale, molto più vicina ai gusti dei giovani di quando non si creda, perpetrando così una passione che pur allontanandosi da certi canoni che la tenevano imbrigliata nel folklore tradizionale, rimane tuttavia fedele ad uno stile inconfondibile. Così si è passati dai vari Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio, riconosciuti un po’ i padri nobili della canzone neomelodica ai Giosuè, Enzo Sevastano, Francesco Stuto, etc. cantanti dalle potenzialità enormi che l’anno scorso hanno sbancato classifiche che nulla hanno da invidiare a quelle classiche.
Anche il nostro paese – che ha sempre avuto un occhio di riguardo verso la canzone napoletana e in particolare al genere neomelodico – ha la fortuna di possedere un autentico, genuino cantante dalle linee neomelodiche inconfondibili, passionale e gentile, che abbiamo “scoperto” nel corso dello svolgimento del Borgo Talent l’estate scorsa. Si tratta di Nazario Fulgaro, il quale ha registrato in questi giorni un demo di dieci brani con cui si affaccia alla ribalta musicale del paese. Bracciante agricolo, da sempre appassionato di canzoni napoletane, Nazario Fulgaro ha cominciato due anni fa ad occuparsi di canzoni neomelodiche sino ad esaudire, in queste settimane, il sogno di realizzare un CD/demo musicale che custodisce tutto il mondo a lui caro.
Vi sono canzoni che parlano di tradimenti e amori, sentimenti contrastanti ed eseguiti tutte con una voce passionale unica, che in alcuni punti diventa persino emozionante. Nella compilation anche una cover di <‘O Sarracino>, il noto brano di Carosone, peraltro interpretata alla grande. ( Luigi Ciavarella)