Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, sabato 18 agosto 2018 - Come al solito, pubblico selezionato ed attento per la presentazione del  volume autobiografico sull’emigrazione di Matteo Pettolino, a San Marco in Lamis. Tanto anche per via della coincidenza dello spettacolo “Chiu fa notte, chiu fa forte”, alle prove presso la vicina piazza Madonna delle Grazie. La manifestazione si è svolta nel salone del Centro Polivalente per gli Anziani, ubicato nella Villa Comunale.

Qui c’era allestita una interessante mostra fotografica  sull’infanzia sammarchese prima, e poi sull’errabonda vita emigratoria dell’autore e della sua famiglia, rimasto in Australia per via dei suoi 92 anni. Qui egli ha assolto, sino a quando era attivo, la professione autonoma di mediatore e di assicuratore. Ad aprire l’incontro ci ha pensato l’assessora comunale al ramo Meriligia Nardella, in veste anche di presidente – moderatrice. La stessa ci ha tenuto subito a spiegare il titolo del libro che coincide con un passo importante del cristiano Pater Noster. A significare l’esistenziale bisogno dell’emigrazione che non è assolutamente diverso da quello degli attuali migranti. Il tema odierno, a suo dire, sarebbe stato scelto dall’Amministrazione Comunale, per motivare la Giornata del Lavoro Pugliese nel Mondo, giunta alla sua seconda edizione. Quindi, ha preso la parola Michele Paglia, studioso del fenomeno emigratorio, che  ha tradotto il libro dalla sua stesura originaria in lingua inglese, assieme a Renato Mansolillo .

Egli è entrato subito nel vivo del contenuto, sottolineandone l’originalità, che non coincide più col solito sentimentalismo dello strappo e della nostalgia verso i luoghi di provenienza, col conseguente fenomeno psicologico dello spaesamento, ma il tutto viene raccontato quasi con distacco, come se fosse cronista ed interprete del reale. In sintonia si è espresso pure Matteo Coco, presidente del CDEC, dipingendo l’autore, non come un letterato australiano - sammarchese, ma come uno che si è fatto largo nella letteratura della terra di residenza. Ha accennato, poi, alla sua esperienza di visitatore, assieme al sindaco pro tempore Matteo Tenace, quando era presidente dell’assise comunale.

Michele Galante dal canto suo, riallacciandosi pure alla sua visita condotta come sindaco nella medesima realtà ha raccontato tutto il suo stupore, provato per i progressi raggiunti dai suoi concittadini in ogni campo dell’economia, della cultura e della rappresentanza amministrativa. A farlo da Cicerone era stato lo stesso Joe Caputo, presente per l’occasione, quale componente della Consulta pugliese in materia e già sindaco di Moreland. Quest’ultimo, nativo di Carpino, ha sottolineato, in particolare, la sua vicinanza affettiva nei confronti della comunità sammarchese, per via di vincoli di sangue e per le comuni tradizioni e usanze garganiche.

Ha concluso la tornata degli interventi, Cosma Siani, docente presso l’Università di Tor Vergata in Roma, che ha spiegato i diversi tipi di linguaggi usati nel libro e l’apparente contraddizione di luoghi e tempi dell’esposizione. Tutto questo sta a significare che si è di fronte non più al solito autore ‘mezzo sangue’ per via della lingua, ma a pieno titolo di quella nazione e letteratura, ossia perfettamente integrato nei valori e nella forma. Gli stessi concetti sono stati ribaditi più volte anche dal Paglia. Al termine sono stati proiettati dei filmati attinenti, che hanno suscitato tantissima curiosità nel variegato pubblico, tra i quali c’erano anche emigranti ed ex, come Rosaria Teresa Tenace, tecnica legale di prim’ordine e collaboratrice nel Consolato Italiano in USA.