Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, mercoledì 4 luglio 2018 - Quando si assiste ad un litigio si vuole capire che cosa lo abbia scatenato. Oppure quando improvvisamente scatta un applauso, idem: vogliamo capire che cosa è stato detto un secondo prima da quell’attore. Vogliamo trovare sempre e comunque un perché ad ogni reazione umana.
Per chiudere il cerchio ad eventi che sembrano avere importanza. Lo stesso accade a degli eventi sportivi: improvvisamente c’è un gol o qualcosa che fa scattare in piedi migliaia di spettatori in uno stadio.
Inaspettatamente succede qualcosa. Così come successe qualcosa durante la finale del Campionato del Mondo di Calcio nel 2006 in Germania, tra Italia e Francia.
Le telecamere inquadravano i calciatori che si stavano contendendo il pallone, improvvisamente un boato: lo stadio di Berlino esplode in un urlo. Qualche secondo dopo viene inquadrato il francese Zinedine Zidanne chiaramente confuso che si aggirava nel campo, e lì vicino a lui per terra il calciatore italiano Materazzi.
Evidentemente c’è stato un contatto tra i due, un fallo di gioco lontano dal pallone. Invece no, sui tabelloni luminosi dello stadio e sui teleschermi di tutti gli sportivi che stavano assistendo a quell’incontro, si rivide l’azione stranamente fallosa del francese: aveva dato una testata violenta sul petto del calciatore italiano.
Strano fallo, forse mai visto prima di allora, ed era avvenuto lontano da dove si stava effettivamente giocando. L’arbitro avvisato dal guardalinee dell’accaduto, subito si avvicina a Zidanne e lo espelle. E mentre il francese prende la via degli spogliatoi, la telecamera inquadra in primo piano la Coppa del Mondo e in lontananza Zinedine che mestamente scendeva i gradini che davano verso lo spogliatoio, il tutto nella stessa inquadratura.
Ma perché Materazzi venne colpito così violentemente e in un modo così “esclusivo” da Zidane? Sicuramente c’è stato uno scambio verbale tra i due: in quel momento entrambi non stavano sul pallone. Ma di cosa stavano discutendo?
Le ipotesi sono tante, vediamone alcune. Materazzi avrebbe detto al francese:
- Voi francesi non riuscite nemmeno a disegnare una donna con le braccia conserte, e ci avete fregato “La Gioconda”.
- Il calcio francese è talmente forte che avete chiesto i rinforzi all’intera Africa…
- Vuoi vedere che ti faccio cadere in catalessi solo con la forza del mio “pensiero debole”?
- Ma quando vai in Francia in vacanza, qualcuno ti riconosce?
- Quando Moggi è stato arrestato, a te non hanno data l’estradizione?
- Ma se tu sei algerino, giochi con la Francia poiché nella nazionale del tuo Paese non hai trovato posto?
- Lo sai che Asterix e Obelix sono originari di Napoli e si chiamavano Alfredino e Giggino “A Porpetta”?
Poi, tempo dopo, Materazzi ha dato la sua versione ufficiale dei fatti (tempo dopo!!!): la frase del calciatore che aveva scatenato Zidanne facendolo reagire con una testata, era rivolta alla sorella del francese, e non alla madre, come qualcuno aveva presupposto.
Eh sì: per Materazzi ci sono grandi differenze nel dire: “Tua madre è una zoccola”, dal dire “Tua sorella è una zoccola”. Per il calciatore italiano non sia mai offendere la madre di qualcuno: è peccato grave e inconfessabile. Offendere le sorelle, si può… si potrebbe… che si possa… è possibilmente possibile… volendo… dicendo…
Ora, io non so cosa possa passare nella mente di un calciatore quando gioca: la tensione è alta e anche la stanchezza fisica non è poca, ma fare differenze nell’offendere tra madre e sorella di un’altra persona, significa che, anche quando non si gioca, la mente è comunque e fortemente confusa.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio