Mario Ciro Ciavarella Aurelio     

San Marco in Lamis, venerdì 29 giugno 2018 -  Non so come definire la visione del film “Loving Vincent”, un film d'animazione britannico-polacco del 2017, diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman. Che tratta la vita del pittore olandese Vincent Van Gogh. Sembra un film troppo moderno, come potrebbe sembrare troppo antico. I colori che escono da questa pellicola fanno paura.

 Una paura istintiva che somiglia molto al soprannaturale. Soggetti e forme proiettate sembrano uscire fuori dal contesto cinematografico per convincerti che tutto ciò che ci circonda è vivo! È vivo il disegno che rappresenta Van Gogh, come lo è il caffè di Arles. Prendono tutti vita in tutto il film.

L’anima di tutto ciò che si muove ti coinvolge, e fa nascere dubbi che la vera realtà sia quella che si vede in questo film, e non quella che vediamo tutti i giorni con i nostri occhi. I soggetti ritratti sono tutti in movimento: grazie alle pennellate caratteristiche di Van Gogh, che danno un senso di moto perpetuo ai soggetti ritratti.

Lo sfondo uniforme nelle opere di Van Gogh non esiste. Il blu non è sempre blu, ma può essere di qua più chiaro e pochi centimetri più in là più scuro. E tutto gira, cambia direzione, tonalità. Grazie al lavoro di 125 artisti che hanno materialmente realizzato un film su tela, rielaborando oltre mille dipinti per un totale di più di 65.000 fotogrammi.

Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni.  

La trama è semplice: nella Francia del 1891, il giovane Armand Roulin riceve dal padre postino l'incarico di recapitare una lettera a Theo van Gogh, fratello del pittore olandese che da poco si è tolto la vita. Armand si reca a Parigi, dove però non riesce a rintracciare Theo; intraprende dunque una ricerca che lo porta ad incontrare persone e luoghi fondamentali nella vita di Vincent Van Gogh, scoprendone poco a poco la vita tormentata e la straordinaria opera che ha saputo produrre.

Ma vedere tutto questo messo su tela, e proiettato in un cinema o vederlo in tv, è sconvolgente!! I colori ti vengono addosso quasi a sporcarti di Arte. Alla fine se ne esce convinti che anche noi siamo delle opere d’arte (con i dovuti dubbi…) Sono colori che riprendono le opere di Van Gogh e riadattati allo stato d’animo di quelle scene.

“Loving Vincent” è un film completo: ogni tela dipinta vuole convincerti che quello che stai vedendo: esiste/non esiste, verità/menzogna, realtà/inganno, gioia/desolazione, redenzione/condanna, inizio/fine.   

Non c’è trucco, non c’è inganno, verrebbe da pensare. Il bello del Cinema è proprio questo: ti inganna solo se vuoi che ciò avvenga…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio