Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, mercoledì 27 giugno 2018 - Sappiamo sempre la nazionalità del papa. Spesso è italiana, qualche volta europea e raramente è del resto del Mondo. Sappiamo in che lingua pregare dio: ognuno usa la propria. Sappiamo dove risiede dio: nelle nostre coscienze. E sappiamo anche quando dio nacque: prima del Tempo. Ma fino al 1986 non sapevamo per quale squadra di calcio, dio facesse il tifo. L’abbiamo saputo esattamente il 22 giugno di quell’anno.
Durante la partita del Campionato del Mondo di Calcio in Messico, tra Argentina e Inghilterra. In quell’incontro dio si è rivelato: non in senso escatologico, ma in senso sportivo. Ha tifato per novanta minuti per l’Argentina. E ha pure segnato, dio. O meglio, ci ha messo del suo in quell’incontro: un po’ con la testa di Maradona e un po’ con la sua mano!
L’immagine di questo articolo, penso che non abbia bisogno di tanti commenti e nemmeno del tabellino di quell’incontro: sono cose per sportivi sfegatati e basta. Voglio invece fare un articolo che sfiori la parte spirituale del calcio. Secondo dio.
Dio che ritorna ad essere Uomo per la seconda volta. Una Parusia calcistica: la divinità che si incarna, non dico in Maradona, sarebbe blasfemo e inutile pensare una fesseria del genere. Ma dio che vuole giocare a calcio!!
Ha deciso in quella partita, dio, di tirare due calci ad un pallone. Non ha resistito nemmeno lui, a correre su un campo da calcio. Su in cielo di spazio ce n’è tanto, ma non è come correre su un prato verde e cercare di non farsi rubare il pallone dagli avversari (magari anche tanto peccatori!! Sarebbe il colmo…)
In quell’incontro tra Argentina e Inghilterra qualcosa di soprannaturale è successo. Per la prima volta, penso, un calciatore ha preso 10 come voto dato dai giornalisti di tutto il mondo: Maradona. Ripeto: non parliamo di reincarnazione o di qualcosa di trascendente, ma semplicemente quel giorno, dio ha deciso di tifare per l’Argentina e non per l’Inghilterra. Non chiedetemi il perchè: io non lo so. E poi, dio può fare quello che gli pare!! Non vi pare??
Nella mente di dio è difficile entrarci, e se qualcuno ci riesce, ci rimane dentro!! Meglio non esagerare con la nostra presunzione!
Altrimenti come spiegare, il gol di Maradona fatto con la mano messa sopra la testa, riuscendo a prendere in giro tutto il pianeta in mondovisione, iniziando dalla terna arbitrale? E poi, l’altro gol, quello più spettacolare: l’argentino che parte da metà campo e salta mezza squadra avversaria fino ad entrare nella porta dell’Inghilterra!!
No, tutto ciò non è umano! Un calciatore può essere bravo quanto vuole, ma cose del genere da solo non le può fare. Ed ecco che la volontà sportiva di dio si manifestò in quell’incontro. Lo immaginiamo su una nuvola, con il suo triangolo di ordinanza infilato in testa; in una mano una birra e nell’altra, stelle che di tanto in tanto lancia nell’universo, ricordandosi che la Creazione comunque deve continuare.
E indossa la maglia dell’Argentina!! Il numero di questa maglia non lo vogliamo nemmeno sapere. Sappiamo che ad un certo punto, quel giorno la volontà di dio si è compiuta. Avrà goduto per novanta minuti, dio, come quando il settimo giorno si riposò! E dopo la vittoria avrà fatto il classico giro in gloria, suonando il clacson in tutto l’universo. E dietro di lui tutti i santi argentini che insieme a dio hanno festeggiato quel 22 giugno 1986.
Le Meccaniche Celesti nessuno le conosce. Ma riconosciamo benissimo quando succede qualcosa di diverso, e allora l’Uomo si deve solo arrendere. Quel giorno è capitato alla squadra dell’Inghilterra.
Mario Ciro Ciavarella