Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, giovedì 24 maggio 2018 - Su Giuseppe Conte, probabile Presidente del nuovo Governo Italiano, vengono alla luce ulteriori notizie sul suo status di studente al Liceo Classico “Pietro Giannone” di San Marco in Lamis. E ciò nonostante l’opacità che spesso avvolge gli alunni provenienti dai centri vicini, come San Giovanni Rotondo, città di residenza dell’interessato, per via del padre segretario comunale.
Altresì, il mistero diventa ancora più fitto per far parte il Conte della sezione ‘C’, istituita apposta in quegli anni per tutti coloro che avessero scelto come lingua straniera non il classico francese, ma l’inglese, considerata d’avanguardia, come aveva fatto il nostro giovane, votato al futuro ad ogni costo, come tanti altri figli di papà della zona. Infatti, non a caso la stessa classe era frequentato dal suo compagno Ludovico Delle Vergini, attuale magistrato in quel di Firenze, come l’altro, in veste di docente di Diritto Privato all’Università della medesimo Capoluogo toscano. In questa sezione scolastica, egli ha avuto, tra l’altro, come docenti en passant Francesco Gisolfi (lettere Classiche), Tommaso Villani (Scienze) e Antonio Ceddia.
I primi due in via indiretta e l’altro, quale docente di greco. Ed è stato proprio quest’ultimo a darci le notizie più esplosive e cariche di presagio. Ci racconta, infatti, che un giorno, mentre stava parlando in classe di Lisia, oratore e logografo ateniese (una sorta di avvocato dei nostri tempi), due alunni domandarono a ripetizione come si traducesse in greco ‘accusati ed accusatori’. Col senno di poi, il Ceddia ricorda che gli interessati si chiamavano, appunto, Delle Vergini e Conte, che avrebbero scelto in seguito la via degli studi di Diritto, acconsentendo alla loro inclinazione naturale verso le regole e la giurisprudenza in genere.
“Non so dire di più- egli conclude - perché in quella classe a tenere lezione ci andavo poche ore alla settimana, il resto lo trascorrevo presso le sezione “A”. Pertanto, i visi degli alunni mi appaiono sbiaditi e i particolari assai lontani nella memoria. “Di questi due ragazzi - aggiunge Gisolfi - ricordiamo però l’attaccamento e la serietà negli studi e la buona educazione in genere nel comportamento”.