Giuseppe Soccio
San Marco in Lamis, giovedì 24 maggio 2018 - Gentile Redazione, ho letto quello che il prof. Gian Pasquale La Riccia ha scritto (non so se a titolo personale o come rappresentante del Liceo Classico) a proposito dei dirigenti scolastici di San Marco e sono sconcertato. Codesta Redazione è senza dubbio testimone del fatto che non sono mai intervenuto pubblicamente sulle scuole di San Marco per il dovere professionale che obbliga chi riveste una funzione di responsabilità (per di più in un settore delicato come la formazione e l’istruzione) a non gettare in pasto alla strumentalizzazione di qualsiasi tipo le istituzioni pubbliche.
Ma, di fronte a quello che afferma il prof. La Riccia, questa volta, è proprio il dovere professionale che mi spinge ad intervenire (ma solo per dare qualche informazione, anche se nella nostra comunità cittadina, la retorica, con le sue fallacie artificiose, trasforma tutto in personalismi che allontanano il dibattito dalle questioni reali – ed è questa, forse, la ragione che spinge molti a reprimere la passione civile). Non trovo giusto che il prof. La Riccia riduca la “questione” del classico al “rifiuto” di dirigenti scolastici ad assumere l’incarico nel nostro comune. Non so quali elementi abbia il prof. La Riccia per spingersi a sentenze così ferme ed irrispettose della libertà altrui, ma sicuramente la “crisi” del Classico, ma forse anche di altre istituzioni scolastiche, non può essere riportata a questa causa.
E, mi meraviglia che tanta vis accusatoria il prof. La Riccia non l’abbia manifestata, per esempio, allorquando, resasi vacante la dirigenza del “Giannone” qualche anno fa, io presentai l’istanza per poter ricoprire quel posto, motivando la richiesta con un preciso “progetto” di rilancio proprio del liceo classico. Non ottenni nemmeno uno straccio di risposta, pur avendo espressamente chiesto una spiegazione al diniego. E non ottenni, soprattutto, alcuna considerazione da parte di nessuno del mondo della scuola, e non solo. Anzi … Allo stesso modo nessuno ha mai commentato pubblicamente le stranezze nell’assegnazione delle reggenze: eppure la disponibilità di dirigenti sammarchesi c’era.
La realtà, purtroppo, è che, nella nostra comunità cittadina, come accennavo sopra, non è dato più discutere e confrontarsi serenamente: si passa dall’inflazione di conferenze e manifestazioni varie all’assenza totale di iniziative volte ad affrontare, collettivamente, i problemi che ci attanagliano. Anche in questo caso, faccio solo un esempio: insieme al collega della “De Carolis” chiesi, due anni fa, all’Amministrazione Comunale la convocazione di una conferenza di servizio per affrontare la situazione delle scuole cittadine, in rapporto proprio alla diminuzione della popolazione (solo negli ultimi due anni a San Marco è diminuita di oltre 300 unità). Mi è pervenuta una distratta e burocratica risposta solo qualche mese fa, ed è meglio non commentare, così come, forse, è meglio tacere quanto accaduto in merito ai problemi della sicurezza nelle scuole.
Ma, del resto, non c’è da meravigliarsi che le scuole di San Marco vengano alla ribalta solo quando si riducono gli organici, così come non c’è da meravigliarsi che le scuole non siano mai al centro dell’attenzione di rappresentanti delle istituzioni (senza distinzione di maggioranze e opposizioni), associazioni, fondazioni, partiti, sindacati ed intellettuali vari: ultimamente, persino il bisogno di avere un assessore alla Pubblica Istruzione è venuto meno (bastava un consigliere delegato), tanto è vero che nessuno se n’è accorto o lo ha fatto notare.
Tuttavia, bisogna essere “resilienti” (questa parola va di moda, e non è un male): bisogna reagire ad eventi negativi. Forse, caro prof. La Riccia, è veramente giunto il momento che qualcuno (e dovrebbe essere principalmente chi ha ottenuto consensi per assumere responsabilità o si picca di incarichi e titoli di varia natura) assuma l’iniziativa di esaminare la condizione della scuola a San Marco per trovare soluzioni ai suoi numerosi problemi e per ridare un senso a questa “fondamentale”, per ogni comunità, istituzione.
Per quel che mi riguarda, sono ancora a disposizione.
Giuseppe Soccio