Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 14 maggio 2018 -  Quando l’immagine televisiva e cinematografica ancora non esistevano, le voci ci giungevano dalla radio, che cercava in tutti i modi di renderci  partecipi ad eventi che non potevamo vedere, ma solo immaginare. Le voci giungevano da lontano, anche da molto lontano: da Oltreoceano. E potevano raccontarci fatti e misfatti umani. Erano quasi tutte voci maschili. Non capisco perché le voci femminili radiofoniche erano quasi tutte assenti.

 Comunicati bellici, raccontati dagli uomini. Conquiste dell’uomo nello spazio, raccontate da voci maschili. Comunicati governativi, lanciati nell’etere da speaker maschili. Le voci femminili entrarono in scena, quando la tv iniziava a trasmettere le prime trasmissioni sperimentali, per poi continuare con annunci televisivi serali con la presenza in scena di annunciatrici: le “Signorine Buonasera”.

 Evidentemente per la voce femminile, il timbro vocale non era sufficiente, era necessaria la presenza. Non solo le orecchie del pubblico volevano godere, ma anche gli occhi. Ma quando si tratta di cantare, e non solo di annunciare, e allora la voce è tutto. La presenza è meno importante.

 La storia della musica è piena di presenze femminili che non avevano un grande impatto emotivo sul pubblico, per la bellezza della cantante. Ma,   con la sola voce hanno trasmesso emozioni a più di una generazione

 La cantante. È scomparsa dalle scene con la sua presenza, ma non con le sue interpretazioni. In pochi casi, come questo, si tratta di voce che è ancora presente, quando si parla di Voce con la “v” maiuscola. Intendiamo non le sole parole cantante che escono da quelle corde vocali, ma soprattutto di “parole recitate cantando”.

 Di Mina, da quarant’anni non abbiamo più il suo corpo da ammirare in tv o su un palco, ma solo la sua Voce. L’ultimo concerto dal vivo di Mina risale al 1978, tenuto nel teatro tenda “Bussola domani” di Marina di Pietrasanta (Toscana). Da allora la cantante è letteralmente sparita da tv e concerti davanti al pubblico.

 Sappiamo che vive in Svizzera, a Lugano. Va in un supermercato, in chiesa sembra che non ci vada mai, in farmacia sì, abita in un condominio di sette piani e lei occupa un appartamento dell’ultimo piano. In pratica fa una vita come tutti, non è isolata dal mondo come molti potrebbero pensare, ma si è solo allontanata dal pubblico che spesso è invadente e ignorante.

 Registra le sue canzoni con i musicisti, tutti insieme in sala di incisione, e non come qualcuno ha pensato che la sua voce venisse registrata e poi sulla stessa vengono riversate tutte le altre “piste”, per completare le canzoni.

 Ma non ci ha lasciati: spesso è andata in radio, sui giornali vengono pubblicati soprattutto servizi che cercano di parlare della sua vita privata, e ogni anno incide almeno un album. Abbiamo solo la sua Voce, che è sempre quella, è rimasta intatta. Stesa tonalità. Stessa forza espressiva e tutto ciò che ricordiamo di lei negli ultimi sessant’anni di attività.

 Una cantante che può vivere di solo voce. La bellezza delle parole di una canzone, insieme ad una voce che coinvolge, aiutano a vivere meglio. Le parole sono sempre quelle, almeno quelle che usiamo nei dialoghi quotidiani. Per farci capire non abbiamo bisogno di migliaia di termini, ma solo decine. Poi è la musica che fa il resto.

 Immaginiamo le prime canzoni dell’uomo: non c’era la musica, ma solo voci che cercavano di imitare la natura. Queste, sono state i primi brani musicali: del verso degli animali, del vento, del fuoco, dell’acqua che sgorgava da sorgenti.

 La musica arrivò molto tempo dopo, con il rumore di tamburi improvvisati che dettavano il ritmo giusto a dei versi. Poi vennero le prime note che affiancavano le parole, e poi la voce si intonò, seguendo il registro musicale. Fino ad avere le canzoni: musica e voce messe insieme.

 E poi arrivarono i canti gospel: solo voce, e con alcuni cantanti che imitavano i ritmi degli strumenti musicali assenti. E poi arrivò Mina che,  anche senza il suo corpo, nulla toglie alla sua bravura. Con la sua Voce possiamo anche immaginarla, mentre si muove o si siede, o mette la sua testa tra le sue mani, o si rattrista o ride.

 La Voce di Mina, e di poche altre cantanti in tutto il mondo, descrive il suo stato d’animo. E con quella Voce possiamo anche cercare dentro di noi, se quello che Mina ci racconta, l’abbiamo vissuto.

 Soundtrack: “Dalla terra” (album) - Mina

 

Mario Ciro Ciavarella