Antonio Cera
San Marco in Lamis, venerdì 4 maggio 2018 - "La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti e, dunque, i rapporti di produzione, quindi tutti i rapporti sociali... Il continuo rivoluzionamento della produzione, lo scuotimento ininterrotto di tutte le condizioni sociali, l'incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l'epoca borghese da ogni altra cosa...
La borghesia, sfruttando il mercato mondiale, ha reso cosmopoliti la produzione e e il consumo di tutti i paesi. Con grande dispiacere dei reazionari, ha tolto da sotto i piedi all'industria il terreno nazionale. Le più antiche industrie nazionali sono state - e ancora vengono, ogni giorno - annientate. Al posto dei vecchi bisogni soddisfatti con i prodotti del proprio paese ne subentrano di nuovi che esigono, per la loro soddisfazione, i prodotti dei paesi e dei climi più lontani.
Al posto dell'antica autosufficienza e dell'antico isolamento, locali e nazionali, subentra un traffico di merci universale, un'universale dipendenza delle nazioni tra loro. E questo avviene nella produzione materiale come in quella intellettuale. I prodotti intellettuali delle singole nazioni divengono bene comune. La parzialità e la ristrettezza di vedute nazionali diventano sempre più impossibili, e dalle molte letterature nazionali e locali si forma una letteratura mondiale".