Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, giovedì 19 aprile 2018 -  Da un po’ di tempo stiamo assistendo ad un fenomeno di intrattenimento che mostra una situazione quanto meno strana: film che dovrebbero essere proiettati al cinema, vengono trasmessi in tv via cavo, senza passare nelle sale cinematografiche.  Eppure sono dei film che partecipano a festival come quello di Cannes. Quindi con tutti i crismi del caso. In pratica, se non si ha l’abbonamento a Netflix, per intenderci, questi film non si potranno mai vedere.

 La sala cinematografica sta miseramente tramontando. Con l’avvento delle tv soprattutto via internet, che propongono on demand migliaia di contenuti tra film e telefilm, il cinema inteso come ambiente di intrattenimento serale, è sulla via del tramonto.

 I festival cinematografici cercano di sbarrare la strada a questo nuovo modo di trasmettere film solo via internet. Ma colossi come Netflix con le loro strategie di mercato, superano qualsiasi ostacolo. E bisogna dire che la qualità via internet dei contenuti trasmessi, è molto alta.

 Tutto in alta definizione, a volte in 4k, disponibilità illimitata di film sempre a portata di… occhio, e spesa mensile più che abbordabile. Non c’è solo Netflix, ma anche Infinity, Now tv, Tim vision, Amazon Prime ed altre tv on demand che nasceranno nei prossimi anni.

 Dobbiamo dire addio alle sale cinematografiche. Che da tempo stanno cercando in tutti i modi di non chiudere i battenti per sempre. L’emorragia delle sale chiuse è iniziata alla fine degli anni ‘80. Dal 2000 al 2014 in Italia sono stati chiusi quasi 900 cinema.

 Questo lento declino iniziò con l’avvento della tv commerciale, poi la diffusione delle videocassette e dvd, tv satellitare e infine lo streaming: si preferisce vedere i film in casa. E al posto dei cinema aprono supermercati come negli anni '90, residence universitari, palestre, centri di ogni tipo, le sale si restringono, da un cinema si ricavano vari schermi.

 La sala cinematografica che iniziò la sua esistenza come locale negli oratori parrocchiali, non esiste quasi più. Il buio in sala e le deboli luci che illuminavano solo la scritta “Uscita”, stanno diventando ricordi diafani che pochi riescono ancora a ricordare.

 E fino al 1975 quando entrò in vigore la legge che non permetteva più di fumare nei cinema e in altri locali pubblici, c’erano ancora quei sottili fili di fumo che prendevano vita da decine di sigarette, e che avranno rovinato la salute di chissà quanti spettatori.

 Il buio delle sale cinematografiche che mancherà a molti spettatori affezionati a quelle sale, forse sarà eletto come “Bene immateriale dell’Umanità” da parte dell’Unesco. Così come lo sono da poco tempo la pizza e lo “Zibibbo”, un vino siciliano.

 Gli ambienti al buio non sono tutti uguali: ci sono quelli che aiutano  l’intimità e quelli che invece stimolano la fantasia, come quello di una sala cinematografica. Dove le parole dei personaggi dei film e le azioni che si vedono, speriamo ancora per molto tempo, scandiscono i nostri ricordi.

 Come quelli più veri, meno artefatti, e che ci ricordano che in quella sala cinematografica, magari, abbiamo conosciuto gente che poi è rimasta sempre con noi.

 Soundtrack: “Blue Moon”- Bobby Winton  

 Film recommended: “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore

 

Mario Ciro Ciavarella