Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, venerdì 17 giugno 2016 - Con Peppino Giuliani ho avuto incontri saltuari. Ci vedevamo di solito agli eventi, in veste di colleghi e cronisti, io per La Gazzetta del Mezzogiorno, e lui per testate varie, sia quotidiane sia periodiche, a cominciare dalla Rai. Di “maestri” in gamba nel mondo della letteratura e del giornalismo ce ne sono pochi e quasi tutti si somigliano per l’essenzialità e chiarezza del linguaggio, a cominciare da Edmondo De Amicis.
Scrivono e raccontano per i ragazzi e quindi si fanno intendere non solo da loro, ma dal grosso pubblico in genere. Parlano non dei grandi temi della critica, ma degli episodi di vita quotidiana. Peppino era tutto questo ed aveva quella grande capacità di intendere e farsi intendere, grazie al suo parlare semplice e concreto. Qualcuno, talvolta, gli rimproverava di non essersi laureato in quel di Napoli. Gli rispondevo subito, per essere giornalisti non occorre una laurea, ma avere un talento innato. Peppino ce l’aveva e l’aveva dimostrato fin dalle scuole Elementari: era il primo della classe nello scrivere e nel comporre. Tanto vale anche oggi.
Per essere iscritti all’Ordine ed esercitare la professione, non occorrono, infatti, titoli accademici, ma saper fiutare le notizie che contano, rapportarle in sintesi e saperle comunicare agli altri con un linguaggio piano. Per essere un vero giornalista, occorre essere un vero cronista. Si spiega il perché moltissimi scrittori, nonostante abbiano un bagaglio culturale piuttosto ricco, e una facilità straordinaria nell’arte dello scrivere, non riescono mai a diventare dei veri giornalisti. Dunque, quell’amico comune, che biasimava il nostro commemorato si sbagliava di grosso. Peppino è stato un vero cronista e quello che ha scritto fa storia, se è vero come è vero che la cronaca è la storia del domani.
E San Marco gli dovrebbe essere riconoscente per tutto ciò che ha scritto, a prescindere dalle sue restanti virtù in altri campi. Pertanto, partecipo con sentimento e fraternità all’evento commemorativo in corso ed esprimo ai famigliari tutta la mia vicinanza. Antonio Del Vecchio