Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, domenica 28 febbraio 2016 -   Non sanno più cosa mangiarsi. Le bocche dei politici sono onnivore, oltre al masticabile e digeribile stanno tentando di mangiare anche cose che materialmente non esistono: i desideri. Sono bocche e stomaci che vogliono provare cosa significa ingurgitare tutto ciò che la mente (malata) degli uomini può digerire e assaporare. Vogliono godere nel sentire nei loro palati cosa significa… mangiare un desiderio. Non il proprio, ma quelli degli altri.

 Coscienze umane alterate, da ricovero forzato, gente senza coscienza e senza dignità. Uomini di merda!!! (mangiatevi anche quella… visto che ci siete…)

 Non riescono a mettere limite alle loro vergogne, non sanno cosa significa soffrire e nemmeno immedesimarsi per una frazione di secondo nelle sofferenze altrui.

 I desideri della gente stanno per diventare… carne ed altre pietanze da gustare, con i soldi degli altri. Si uccidono i sogni, si uccide la speranza di tanta gente che con un gesto semplice, come quello di buttare degli spiccioli nella fontana di Trevi a Roma, spera di ritornarci.

 Oppure questa gente spera di ritrovare un amore perduto o di sconfiggere una malattia. Con quel semplice gesto, buttare delle monetine in quella fontana, l’umanità che visita Roma, spera di vivere meglio!!

 Quei soldi venivano donati dal comune di Roma in beneficenza, soprattutto a strutture che ospitano i senzatetto, indigenti e ammalati di Aids e cancro, come quelli gestiti dalla Caritas nel Parco di Villa Glori a Roma.

 Ma quasi sicuramente tra un anno quei soldini buttati nella fontana di Trevi esprimendo un desiderio, andranno a finire nelle casse del comune di Roma… e non so se mi spiego!!! Roma… Mafia Capitale… vogliono coprire i buchi di bilancio

 Quei buchi provocati da voi tappateli con i vostri soldi, che ci avete mangiato e bevuto per troppo tempo. Avete dissanguato un’intera nazione e non vi basta. Volete anche nutrirvi con i desideri degli altri??

 Cosa penseranno i desideri appena toccano l’acqua della fontana di Trevi e non vengono più recapitati nelle mani di gente che ne ha bisogno?

 “Ma dove ci stanno portando?”, chiede un desiderio ad un altro, appena le due monete toccano il pelo dell’acqua della fontana di Trevi.

 “Non lo so, non stiamo andando al solito posto: nei cuori della gente, ma da un’altra parte. Mi sembra di vedere un esofago”, risponde l’altro desiderio.

 “Esofago? Ma non erano i cuori le nostre destinazioni? Questo posto non mi piace, puzza pure, sembra indigestione”.

 I due desideri, nati dalle due monetine buttate da una bambina nella fontana, ispezionano l’ambiente che li ospita: la pancia di un uomo. Una pancia che aveva la grandezza di una caverna, fatte le debite proporzioni.

 In quella pancia-caverna i due desideri trovarono di tutto: tutto ciò che era digeribile o quasi, soldi, ville, auto; tutto in miniatura. Ma abbastanza chiaro come concetto, che non ci volle molto per capire che in quella pancia ciò che quell’uomo aveva dentro il suo organismo, l’aveva anche fuori… a grandezza naturale.

 Aveva metabolizzato la materia dei suoi averi, aveva dentro di sé quello che possedeva anche fuori (nei garage, al mare, in banca). Nella pancia di quell’uomo c’era tutto ciò che l’avidità umana poteva contenere.

 Anche ciò che non serviva. Anche doppioni. Anche quello che era di altra gente. Anche la dignità persa di tanta gente era dentro la sua pancia.

 Il nome di questa persona non posso dirlo. Ognuno ci può mettere quello… che preferisce. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta…

  

                                                                   Mario Ciro Ciavarella