Antonio Del Vecchio

Foggia, mercoledì 07 febbraio 2024 -  Della Moldaunia ossia di una Regione che unisce il vasto territorio della Capitanata o Daunia con il contiguo Molise se ne parla da tempi immemorabili. E lo si fa in modo concreto soprattutto nel primo dopoguerra.Precisamente negli anni 1946 e 1947, cioè quando si stava mettendo appunto la nuova Costituzione, i cui articoli principali, oltre ad essere oggetto di discussione dei giuristi e dell’assemblea costituente, in virtù della rinata democrazia, diventa puntualmente anche argomento di discussione – riflessione nelle assemblee degli Enti locali e nelle sezioni dei rinati partiti politici.

Ne abbiamo notizia da un apposito opuscolo, contenente le varie riunioni tenute e i documenti redatti e sottoscritti nei vari livelli. Il tutto messo appunto in un documento ufficiale a livello provinciale firmato dai vari sindaci della provincia. Tra l’altro, c’è pure quello del “pro tempore” (per soli pochi mesi) di Rignano Garganico. Il riferimento è a Felice Del Re (1898 – 1996), sindaco per qualche mese durante il cambio di guardia tra il suo predecessore, il commissario prefettizio Pasquale Martino, e  la nomina di Pasquale Ricci, a seguito delle elezioni amministrative, che resterà in sella fino al 1952.

A riportare la notizia è il ritrovamento casuale di un Ordine del Giorno simile a quelli presentati da più del 90 per cento dei centri di Capitanata, indirizzati al Comitato Provinciale pro della Regione Dauna  e inviato dalla medesima istituzione all’Assemblea Costituente, dove già si era fatto vivo con un OdG  proprio, esaustivo da ogni punto di vista, il 4 settembre del 1946. Eccovi, comunque, lo scritto del Comune di Rignano, che porta il n. 99 di protocollo, la data 17.01. 47, l’ oggetto“Regione Daunia,”  e indirizzo alla predetta Camera di Commercio: “ Questa Amministrazione  Comunale aderisce toto corde all’azione promossa da codesto Comitato circa il riconoscimento della nostra regione Dauna ed auspica che l’Assemblea Costituente voglia accogliere l’unanime, generale richiesta di tutte le organizzazioni e istituzioni  della Provincia. F.to Sindaco Del Re Felice”.  

Dal 1948 al 1952 sarà sindaco Pasquale Ricci, sostituito  dopo quattro anni da una compagine social – comunista capeggiata dal comunista  Giovanni Tusiano.  Nel 1956 torna di nuovo ad amministrare Pasquale Ricci. Lofaa capo di una compagine civica, in alternativa alla Democrazia Cristiana, suo partito d’origine. La stessa, composta da amministratori qualificati,  inciderà moltissimo, in termini di opere pubbliche realizzate e di riscatto della popolazione povera con l’assegnazione dei primi poderi da parte dell’Ente Riforma. Per l’intero quadriennio 1952 / 1956 il Del Re svolge la funzione di vice sindaco, facendosi  notare per la sua bontà d’animo nell’ascolto e nella risoluzione di ogni problema sia di tipo comunitario sia individuale. È la persona più amata del paese sino alla sua morte.

Lo stesso, originario di San Severo, è un rampollo della famiglia Torelli, quella del generale, che morì da eroe in Libia, ottenendo la medaglia d’oro al valore e ricordato con la dedica di una infinità di strade e monumenti in tutt’Italia. Dal suo matrimonio con Teresa Ricci, famiglia bene del paese, con la quale ha avuto tre figli: Maria Rosaria, Anna e Giuseppe, distintisi in vari campi del sociale, dell’arte e della scuola.

Sono gli unici a risiedere ancora nel Palazzo Baronale. Precisamente nell’ala che fu, a quanto si legge, nella chiave d’arco del portone, di Francesco Paolo Corigliano, il barone, che trasformò l’antico castello nel palazzo di stile barocco che tutti vediamo e godiamo.  Come mai nessuno ricorda o sa che il Del Re in parola, oltre ad essere vice sindaco ed amministratore di lungo corso,  è stato anche primo cittadino del paese?