Antonio Del Vecchio
San Severo, lunedì 16 settembre 2019 - Festa grande e partecipata quella dell’ordinazione diaconale di Mario Ardolino, a San Severo. Il tutto ha avuto luogo, a partire dalle ore 19,00 di ieri sera, nella Chiesa Cattedrale “Maria SS.Assunta” della città, gremita di fedeli di ogni età e strato sociale. In maggioranza la stessa proveniva da Rignano Garganico, paese di origine e di residenza anagrafica dell’insignito, con l'autorevole presenza del giovane sindaco, Luigi Di Fiore, e degli altri componenti la Giunta Municipale.
A presiedere la solenne liturgia del caso, attorniato da sacerdoti ed ecclesiastici di ogni grado, è stato il vescovo della curia competente, Mons. Giovanni Checchinato. C’era anche tutto il clero in servizio presso il piccolo centro garganico, guidato dal parroco Don Santino Di Biase e dal suo vice, Don Antonio Gianfelice. I passi salienti della cerimonia religiosa e della celebrazione eucaristica sono stati accompagnati dalle esibizioni canoro-musicali della locale Schola Cantorum. Particolarmente avvertita, quella di “Ricordati di me, Signore” del solista. A quanto appreso, quella di Ardolino, non è una scelta vocazionale assunta in età chi ericale, ma maturata nel corso degli anni e presa alla maggiore età, cioè dopo aver sperimentato ed assaporato le diverse esperienze della vita laicale.
Infatti, egli dopo gli studi superiori ha trascorso diversi anni di lavoro e di impegno sociale in quel di San Giovanni Rotondo. Precisamente presso il Santuario Madonna delle Grazie, sede dei Frati Cappuccini di San Pio. Forse si deve proprio a tale vissuto, la sua futura chiamata e scelta di vita. Dopo di che il giovane ha capito di dover abbandonare tutto e di seguire da subito la via indicatagli dal Signore. Dopo gli studi teologici seguiti in quel di Molfetta, l’interessato è stato destinato alla parrocchia di Torremaggiore, dove da qualche anno è impegnato nel sociale religioso e laicale. Durante l’omelia, mons. Checchinato, richiamandosi alle parabole del Vangelo odierno incentrate sulla pecorella smarrita e sul figliol prodigo, ha evidenziato l’importanza della funzione del diaconato nella Chiesa Moderna.
Un ruolo quest’ultimo, che non è legato al posto occupato nella gerarchia, ma una vera e propria missione a sé stante, come testimoniato ab antiquo, allorché la sua funzione era assai rilevante ed autorevole. Quindi, l’alto prelato ha elencato i compiti spettanti al nuovo diacono, quale servitore del Signore e del prossimo, evidenziando i sacri voti della povertà, della evangelizzazione e dall’assistenza del prossimo. La figura del diacono torna di nuovo di attualità, perché serve a ricordare a tutti che il Cristianesimo è servizio e la sua stessa persona sono un richiamo costante e ben visibile al dovere di servire che il Battesimo porta con sé. Il diacono è nella Chiesa l’immagine viva del Cristo che serve, del Cristo che per amore si china a lavare i piedi dei suoi discepoli, del Cristo che si fa carico delle sofferenze dei più deboli, del Cristo che porta il Vangelo sia al popolo nelle sue più sperdute residenze, sia ai gentili nei palazzi.
Da qui la valenza dell’importanza della conversione, contenuta appunto nel Vangelo odierno. Il ritorno alla fede e alla dottrina del Cristianesimo dell’individuo, anche il più malvagio, ma pentito, va sempre festeggiato come una conquista della fede e del significato massimo. Faciliterà il cammino terreno del Diacono, l’esempio della vita stessa del Cristo, che per la salvezza del prossimo offre la sua stessa vita. L’impegno nel campo dell’evangelizzazione e della diffusione del Verbum e della carità cristiana sarà il principale scopo ed obiettivo del mandato diaconale con ciò l’insignito perseguirà la via maestra verso la sua santificazione. Conclusa la cerimonia dell’ordinazione e della Santa Messa pontificale sono seguiti i saluti da parte degli amici e concittadini dell’interessato. La direzione e redazione della presente testata porge a Mario, antico e fattivo collaboratore, il suo avvertito e caloroso ad Maiora!