Antonio Del Vecchio

Foggia, lunedì 14 maggio 2018 -  Ieri sera, 11 maggio, si è tenuta una lezione magistrale di storia, all’Università del Crocese, a Foggia. Lezione che ha visto come tema-oggetto la storia di Rignano Garganico, dalle origini ai tempi d’oggi, con  sprazzi di luce sul presente ed anche in prospettiva. Si tratta della conclusione del ciclo di conferenze dedicato al piccolo centro tenutisi ogni venerdì della settimana da oltre un mese presso la sede dell’associazione .

 La stessa, come noto, è ospitata nell’Auditorium a piano terra, utilizzata in passato dagli uffici comunali di quartiere (Croci-Candelaro).  A cominciare per primo è stato Angelo Capozzi, che si è soffermato a lungo sui miti –riti legati alle grotte e alla toponomastica, originati dall’intramontabile tradizione  legata alla religione pagana.  Quindi, si è entrati nel vivo della storia, documentata sia a livello cartaceo, sia attraverso l’interpretazione dell’assetto urbanistico del Borgo antico, dei monumenti e del resto dei cimeli storici. E questo,  a cominciare dalle case - grotte del primo nucleo abitato, dal Palazzo Baronale, erede dell’antico castello medievale, per finire alla Torre, di fattura bizantina, risalente agli anni antecedenti al Mille.

Il primo documento che accerta l’esistenza del paese è del 1029.  Nel periodo angioino regna la baronia. Primo barone è un certo Berardo di Raiano. Nel ‘500 è Alfonso Torella. Nel ’600 succede  la casata dei Corigliano, il cui dominio perdura  fino al 1835. con la vendita delle terre e del palazzo da parte di Luigi Corigliano, ultimo barone e primo marchese di Rignano.  Dal 1447 fino alle leggi eversive di Bonaparte e Murat, il paese dà il proprio nome ad una delle più importanti ed estese “locationi” doganali, quella appunto di “Arignano”. Nel corso dei secoli lo sviluppo demografico si presenta altalenante a causa di epidemie, terremoti e guerre.

Nel 1320 conta 118 fuochi (590 ab.) per raggiungere nel 1961 il massimo incremento, con 3328 ab. Dopo di che si assiste ad un calo costante, per effetto dell’emigrazione all’estero e nel Nord Italia. Prospettive future. Al fine del rilancio economico e demografico, si punta sul Museo Paleolitico di Grotta Paglicci, prossimo ad essere ultimato ed aperto alla detassazione del centro storico, all’occupazione in agricoltura, all’aria pulita e ad altri luoghi di soggiorno, che potrebbero fermare non solo l’emorragia dei giovani, ma anche determinare lo sviluppo futuro, valorizzando tutto ciò che c’è di originale e creativo in questi borghi antichi, che sono il passato non solo di Rignano, ma di tutt’Italia.

La ‘lectio’ è stata interrotta più volte, per tenere desto il cosiddetto arco dell’attenzione, con la declamazione di bellissime poesie dialettali ed in italiano, declamate in primis da Mario Iannacci (Rignano, paese del vento, ecc.) e poi anche da Paolo, la cui lirica è stata dedicata allo storico della serata. Il tutto è stato salutato dagli scroscianti applausi della platea. Soddisfatto per la buona riuscita dell’iniziativa, il suddetto Capozzi, cultore delle tradizioni, cofondatore dell’Università organizzatrice ed immancabile conduttore della stessa da vari decenni.