a cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, giovedì 10 giugno 2021 -  Di Mina, a parte il periodo storico degli anni 60 e inizio 70 che era musicalmente accattivante, ho collezionato mio malgrado quasi tutti i suoi dischi anche successivi ma soltanto per merito delle copertine di Mauro Balletti, difatti il contenuto, a parte qualche sprazzo di luce qua e là, si faceva sentire al massimo un paio di volte e basta. Questo LP e Cd è del 2009 e naturalmente non sfugge alla media qualitativa standard della tigre a riposo con canzoni di poco superiori al precedente lavoro che era Bau ma stavolta con un po’ di carica erotica in più, specie per merito di Malgioglio che, non dimentichiamo, nel 75 scrisse le parole del capolavoro L’importante è finire e nel 78 della conturbante Ancora, ancora, ancora.

Qui l’estroso musicista ci riprova con un’altra chicca hot che è Carne Viva e con la traduzione di un celebre brano internazionale ovvero Vida Loca affiancando pezzi di Andrea Mingardi, già cantante di non notevole successo, che si rivelano a volte spiritosi come Non si butta via niente o Più del tartufo sulle uova e comunque con un buon arrangiamento. I critici, e qui do loro ragione, hanno sottolineato soprattutto il brano Afterhours Adesso è facile cantato in coppia con Manuel Agnelli dove piuttosto sembra Mina ospite del gruppo e non il contrario (e da qui anche il titolo Facile del disco) e Non ti voglio più con il sostegno fondamentale di Boosta (Davide DiLeo) dei Subsonica in cui si intravedono richiami battistiani se non addirittura Pfm.

Di Mina avevo trattato sul n. 168 dell’ex rivista di musica Raro! un doppio album del 1990, Ti conosco Mascherina!, appunto anche questo con una bella e coloristica copertina ispirata a Picasso e Matisse e sempre di Mauro Balletti che qui invece si diverte a rappresentare il volto (foto 1), e non solo il volto (foto 2), della cantante in varie espressioni, dal comico al divertente al triste ironico (foto 3) ma con uno stile fanciullesco ed essenziale pre-scolastico, da asilo infantile direi ma comunque efficace e carino. Naturalmente non è una novità questo genere di copertine pseudo-infantili e a tal proposito gli esempi abbondano sia in campo britannico storico come con i disegnini di John Lennon per il suo Walls & Bridges del 74 (anche questo trattato sul n. 272 di RARO!) e nella raccolta 1988 titolata Imagine (ma guarda!)

e come contrappunto Paul McCartney e Youth, il bizzarro duo dei The Fireman che nel 2008 utilizzò disegnini simili in Electric Arguments (RARO! nel 2015). Non parliamo poi del Progressive e siano da esempio le non poche copertine firmate Alfreda Benge per il sommo Robert Wyatt fra cui questa raccolta (foto 4) o quelle punKeggianti come nei Cure (foto 5). Potremmo metterci anche i Genesis di Phil Collins con Duke e perché no alcune italiche copertine (Bertè etc. etc.) fra cui scegliamo come rappresentativa quella del sottovalutato Album di Famiglia (foto 6) dell’ottimo Simone Cristicchi.

 

                                                                                                          Nicola Maria Spagnoli

 

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