A cura di Nicola M. Spagnoli
Roma, giovedì 19 settembre 2019 - La Pulce d’Acqua è stato il secondo grande successo di Angelo Branduardi risultando uno dei dischi più venduti dell’anno 1978, pari se non superiore a quello della Fiera dell’Est del ’75, il terzo album del cantautore, anch’esso dalle vendite milionarie, e che aveva, cosa strana per un successo commerciale, anche vinto il premio della critica discografica italiana.
Comunque non furono da meno i primi due album specie l’esordio, omonimo, del 1974 con gli arrangiamenti di Paul Buckmaster, grande arrangiatore inglese con all’attivo dischi memorabili con Elton John, Miles Davis, Rolling Stones e tanti altri anche italiani fra cui Cocciante e la De Sio. Notevole fu anche il secondo disco del nostro La Luna non piu’ con Buckmaster ma con un altrettanto valido musicista, il polistrumentista Maurizio Fabrizio. Ma veniamo a questo capolavoro, con testi, come per il precedente, della moglie Luisa Zappa, che per le sue musiche ispirate al medioevo, alla tradizione bretone, allemanna e inglese nonche’ italiana fu definito Il Menestrello.
In questo disco, naturalmente nelle prime edizioni, oltre ad una anonima, nuda e grigia copertina (foto 1) erano allegate ben otto stampe di disegni a matita ed acquarello su carta pregiata del grande Mario Convertino, a grandezza di LP e dedicate ad ognuna delle nove canzoni con palese interpretazione (difficile d’altronde!) dei testi. Successivamente nell’edizione in CD fu invece preferita per la copertina l’immagine dedicata alla title track (foto 2). Una novita’ per i tempi ma che in pratica si rifaceva ad un lavoro precedente di Don Backy ma di altro autore. Convertino (1948-1996) fu, come tutti sanno, un grande grafico e designer italiano che collaboro’ persino con lo studio Hypgnosis, quello dei Pink Floyd, Genesis e Zeppelin, e in italia fece sempre copertine memorabili, le piu’ riuscite per i Krisma ma anche per Battisti, PFM, Pino Daniele, Gianna Nannini, Enrico Rava etc. oltre a curare la grafica del Mister Fantasy televisivo e della bellissima rivista musicale Gong.
Qui ci piace inserire forse il disegno piu’ bello di questo disco, quello dedicato, decisamente metafisico, al brano La lepre sulla Luna (foto 3) una poesia che ci porta verso lo sconfinato mare della mitologia orientale con la leggenda del “coniglio lunare” (“Sasajataka”). Tutto il breno è ispirato ad una leggenda degli indiani d'America recuperata dal linguista Jaime de Angulo (1887 – 1950) nella quale si narra di un uomo diventato infermo a causa di una pulce d'acqua che gli ha rubato la sua ombra ma tutte le canzoni hanno un riferimento a leggende e miti e anche riferimenti al cinema. Infatti come non pensare a Ingmar Bergaman e al suo Settimo Sigillo ascoltando il macabro inizio del vinile con quel Ballo in Fa Diesis Minore da brividi con l’accompagno delle launeddas di Luigi Lai, virtuoso sardo dello strumento.
Dopo l’esorcistico inizio ecco Il ciliegio con i suoi arpeggi acustici che si rincorrono come in un eterno gioco al rimpiattino il quale, a sua volta, si perde nel racconto di uno scortese Giuseppe alla vergine incinta Maria, melodia e testo ispirati ad una ballata inglese ripresa da piu’ artisti quali la Baez, Judy Collins e i Pentangle. Altra chicca La Nascita di un Lago che narra la leggenda di Merlino e di Vivianne, la bella dama del lago mentre Il Marinaio ci porta, con il bouzouki in sottofondo verso il Peloponneso e il sitar accompagna La Bella Dama senza pieta’. Insomma un disco epocale, forse il migliore di Branduardi in assoluto che fu tradotto anche in inglese con il titolo Fables and Fantasies ma che non da meno durante la sua carriera ci ha regalato numerose perle qua e la’ a partire dal successo internazionale del disco che segui’, quel tormentone di Cogli la prima Mela.
Poi come non ricordare il ritorno alla poesia pura con Branduardi canta Yeats, alle colonne sonore pluripremiate come quella di State buoni se Potete di Luigi Magni, alle pagine sacre e profane della serie Futuro Antico a L’infinitamente piccolo dedicato a Francesco e al suo Cantico delle Creature in cui troviamo anche i Madredeus, Battiato, Morricone e NCCP, rappresentato anche in numerose basiliche come quella di Piano a S. Giovanni Rotondo.
Nicola Maria Spagnoli
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(foto 3)