Angelo Ryki Del Vecchio

Rignano Garganico, lunedì 31 marzo 2025 -  Alle falde di Monte Celano, a est del borgo, si nasconde una leggenda antica che parla di tre sassi, o meglio, di ciò che resta di loro. Questi sassi, secondo la tradizione, rappresentano le tre fate del Gargano: la fata bruna di Rignano Garganico, quella castana di San Marco in Lamis e quella bionda di San Giovanni Rotondo. Ognuna di loro, con il suo colore e la sua storia, è legata a un territorio specifico, e insieme rappresentano la dea Luna trifasica, simbolo di ciclicità e rinascita.

 

Il destino dei tre sassi.

Uno dei tre sassi, quello che portava una grande X incisa sulla sua superficie, è stato trafugato durante alcuni studi archeologici volti a scoprirne le origini. Il secondo, purtroppo, è stato frantumato per allargare la strada che costeggia la montagna. Tuttavia, grazie all’intervento dell’insegnante Arcangela Latiano e delle sue colleghe, che hanno collaborato a un progetto sulle tre fate con il Centro Servizi Educativi e Culturali di San Marco in Lamis, allora diretto dal compianto giornalista, storico e scrittore Antonio Del Vecchio.

La leggenda delle tre Fate.

Secondo la leggenda, i tre sassi sarebbero caduti da Monte Celano durante una “gara” tra le tre fate. Ognuna di loro, rotolando giù dalla montagna, avrebbe cercato di raggiungere il punto più lontano. La fata di San Giovanni Rotondo, quella bionda, sarebbe stata la vincitrice, riuscendo ad attraversare la strada, mentre le altre due si sarebbero fermate prima, sul fianco della montagna. La fata di San Giovanni era particolarmente venerata, e i pellegrini che si recavano alla Grotta dell’Angelo erano soliti onorarla con collane di “Santo-Martino”, realizzate con mandorle dal frutto gemellare, simbolo di abbondanza e prosperità.

Il Morricone di Santo Petriccolo.

I pellegrini, durante il loro cammino, si fermavano spesso sotto il Morricone di Santo Petriccolo, un enorme sasso che offriva riparo dal freddo in inverno e dall’ombra ristoratrice in estate. Questo luogo era così importante che, intorno al XV secolo, il villaggio di Borgo Celano venne chiamato Petriccolo in suo onore. Il Morricone non era solo un punto di riferimento per i viandanti, ma anche un luogo sacro, legato al culto del dio Giano, una divinità romana che affonda le sue radici nell’antico dio mesopotamico Anu.

Lo Zampognaro e le Fate.

Una delle storie più affascinanti legate ai tre sassi è quella di uno Zampognaro di Pescocostanzo, un pastore transumante che, seguendo le vie dei tratturi, arrivò a Borgo Celano durante una tormenta di neve. Cercando riparo, si rifugiò sotto il grande sasso del Morricone di Santo Petriccolo. Fu lì che incontrò le tre fate del Gargano: la fata bruna di Rignano (nera), quella castana di San Marco (rossa) e quella bionda di San Giovanni Rotondo (bianca).

Le fate, dopo averlo rassicurato che con loro non correva alcun pericolo, gli chiesero di suonare la zampogna. Lo zampognaro acconsentì, ma con sua grande meraviglia, si accorse che le sue mani si muovevano da sole, producendo una musica così bella e magica da incantare chiunque l’ascoltasse. Per ricompensarlo, le fate gli donarono un contenitore inesauribile di monete d’oro, un tesoro che lo avrebbe reso ricco per il resto della sua vita.

Il significato dei sassi.

I tre sassi non sono solo pietre, ma simboli di un passato ricco di magia e spiritualità. Rappresentano la connessione tra il cielo, la terra e l’uomo, tra il divino e il quotidiano. La loro storia, intrecciata con quella delle fate e dei pellegrini, ci ricorda che ogni luogo, anche il più apparentemente insignificante, può nascondere un segreto, una leggenda, un pezzo di storia che aspetta solo di essere raccontato.

Oggi, purtroppo, dei tre sassi originali ne resta solo uno, ma la loro memoria vive ancora, custodita nei racconti degli anziani e nei progetti di chi, come Arcangela Latiano e Michelangelo Lombardi, ha lavorato per preservare questo patrimonio culturale. E chissà, forse un giorno, qualcuno troverà il sasso trafugato o scoprirà nuovi indizi sulla vera natura delle tre fate del Gargano.