Angelo Riky Del Vecchio
Rignano Garganico, venerdì 1 settembre 2023 - Carissimi Concittadini di Rignano Garganico, da circa un anno io e mio padre Antonio Del Vecchio continuiamo a ricevere attacchi frontali sui sociali da parte di facinorosi che si richiamano alla Lista “Rignano che Vorrei“, movimento che vede come capo politico indiscusso il sindaco Luigi Di Fiore, eletto democraticamente e per la seconda volta primo cittadino del più piccolo comune del Parco Nazionale del Gargano.
Nei confronti di Di Fiore nutriamo tanta stima e simpatia, ma non per questo lo esimiamo da errori di valutazione politico-programmatica o di mancanza di veduta d’insieme degli interessi della collettività, così come da noi evidenziato in occasione dell’evento Borgo Divino, a cui il primo cittadino, la sua giunta e la sua maggioranza hanno deciso di assentarsi per motivi che non condividiamo. Per me e per noi, come si dice, è acqua passata. Abbiamo perdonato il sindaco per la sua inesperienza politica (non ci si improvvisa amministratori pubblici purtroppo e se non si ha una base solida alle spalle poi si fanno degli errori di valutazione che un politico non farebbe mai), ma la cosa è finita là e non vi è ad oggi in piedi alcun rancore nei suoi confronti o nei confronti di chi lo appoggia.
Tuttavia vorremmo capire se il primo cittadino condivide o meno i contenuti e gli attacchi gratuiti violenti su Facebook, nei confronti miei e di mio padre, da parte di facinorosi appartenenti alla sua lista. Ricordiamo al primo cittadino che lui, come rappresentante della massima istituzione pubblica, è garante in primis della sicurezza di tutti i Rignanesi e che è dovuto a combattere ogni forma di violenza che travalichi il normale confronto/scontro democratico e che penetra violentemente nelle vite private dei suoi concittadini. E io e mio padre siamo cittadini di Rignano Garganico e pertanto vogliamo essere tutelati anche da lui. Qual è la nostra colpa? Fare i cronisti, proporre idee o sollevare le problematiche segnalate dai cittadini di Rignano? Beh, la nostra è una attività professionale che si chiama GIORNALISMO e la libertà di stampa e di opinione in Italia è sancita dalla Costituzione Italiana. Per sfortuna di chi non vuole siamo ancora in un Paese libero e democratico.
Con il presente scritto faccio appello anche al vice-sindaco e amico Giuseppe Nardella e al consigliere comunale Giuseppe Motta, che oltre ad essere rappresentanti del popolo regolarmente eletti, sono anche Carabinieri, membri quindi delle Forze Armate e persone dall’alto profilo morale, culturale e professionale. A loro chiedo di intercedere tra questi facinorosi e il resto del popolo di Rignano. Oggi gli episodi di violenza verbale e scritta, nel tentativo di trovare capri espiatori a tutti i costi, hanno riguardato me e mio padre, domani possono riguardare qualsiasi altro cittadino. Noi sappiamo difenderci, altri non lo sappiamo.
Della questione e del clima di odio che si respira in città, che potrebbe sfociare in aggressioni e risse, abbiamo informato proprio ieri mattina il Prefetto di Foggia e il Comando Provinciale dei Carabinieri. Ora è arrivato il momento di dire basta ad ogni forma di violenza e di incitamento ad essa, perpetrata da questi leoni da tastiera e anche da chi a questi personaggi dedica commenti e likes, quasi sempre parenti stretti, compari e amici di amministratori comunali. Ci risponderà il primo cittadino cercando di calmierare gli animi o scenderà in campo per fomentare anch’esso ulteriori divisioni e spaccature tra il popolo? Vedremo, intanto noi continueremo a lottare per la pace, convinti che i bavagli alla stampa non servano a nessuno, tranne a chi ha da nascondere i propri malesseri intestini. E non aggiungiamo altro. Il resto lo farà la giustizia terrena, a cui abbiamo affidato le nostre querele.
Da oggi faremo silenzio stampa assoluto sulla Pubblica Amministrazione e sul movimento “Rignano che Vorrei“, finché non ci sarà chiarezza su questi scritti postati sui social e sui loro eventuali mandanti. Continueremo ad informare voi cittadini su tutto il resto, così come facciamo ininterrottamente da decenni. Perdono (e perdoniamo cristianamente assieme a mio padre) chi a tutti i costi ci vuole fare del male pur sapendo che il male lo sta facendo a sé stesso e alla collettività di Rignano Garganico, paese che ha mille problematiche a cui pensare.
Buona lettura.