Angelo Rikj Del Vecchio
Rignano Garganico, lunedì 21 febbraio 2021 - Gli Infermieri fanno la differenza anche in provincia di Foggia, terra di estremo degrado socio-politico-economico, ma punto di riferimento nazionale per l’ambito sanitario. Tant’è che un progetto dell’Azienda Sanitaria Locale, insistentemente voluto da un gruppo di dirigenti e coordinatori infermieristici, premiati nell’ambito del Congresso nazionale itinerante della FNOPI, alla presenza della presidente federale Barbara Mangiacavalli e del presidente OPI di Foggia Michele Del Gaudio.
Insomma, un gioiello dell’assistenza che vede la sua chiave di lettura negli Infermieri e nell’utilizzo avanzato delle potenzialità delle nuove tecnologie. Un modella da esportare, che potrebbe fare da volano per un’assistenza sanitaria e socio sanitaria di nuova generazione. Ad operare in questo ambito decine di Infermieri di Famiglia e di Comunità (IFeC) e Infermieri della Centrale Operativa Territoriale (COT), che hanno la loro sede operativa presso l’Ospedale “Umberto I” di San Marco in Lamis. Grazie a loro si è compiuto finora un “miracolo” che fino a qualche anno fa era impensabile, soprattutto perché nato in un territorio disagiato come quello delle Isole Tremiti o dei comuni minori della Capitanata.
In tale ottica rientra anche il progetto “Il Borgo della Salute” (www.ilborgodellasalute.it), che vedrà a breve impegnati Infermieri di Famiglia e di Comunità, Medici, OSS e altre Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie nell’assistenza domiciliare 24 ore su 24. Il territorio interessato è sempre quello di San Marco in Lamis e della vicina Rignano Garganico, il più piccolo comune del Parco Nazionale del Gargano.
“L’appropriatezza insieme alla tempestività è uno degli elementi determinanti per non sovraccaricare il lavoro degli ospedali perché è questo il nostro tentativo e soprattutto quello di tenere a casa le persone attraverso l’altro elemento fondamentale, l’altro strumento che è quello dell’ADI, dell’assistenza domiciliare integrata, che per noi è la chiave di successo in un territorio così complesso” – aggiunge Vito Piazzolla, Direttore Generale dell’ASL di Foggia.
La regia tecnico-scientifica dell’Infermiere ed esperto di informatica Stefano Marconcini.
“La procedura per la presa in carico del paziente prevede nel momento in cui prendiamo in carico il paziente la consegna del device durante la pandemia. Questo tipo di progetto è stato importantissimo perché ci ha permesso di mutuare tutte le attività di telemedicina che noi stavamo preparando direttamente per il paziente fuori attraverso l’acquisto in maniera urgente di questi monitor molti parametri specifici per rilevare tutti quei dati che era necessari quindi pressione arteriosa saturazione frequenza cardiaca insufficienza respiratoria quindi il paziente coabitare. Oltre a questo permette inoltre di rilevare la temperatura corporea con un termometro elettronico digitale e anche l’esecuzione di un elettrocardiogramma su tre derivazioni. Oltre a questo oltre che gestire oltre 450 il progetto ci ha permesso anche di tenere sotto controllo anche le RSA, dove erano scoppiati focolai” – aggiunge Stefano Marconcini, coordinatore Infermieristico COT.
Il plauso del presidente dell’OPI di Foggia Michele Del Gaudio.
“Anche durante il periodo sovietico e poi non è finito. C’è stato appunto l’intervento della telemedicina per cui parecchi pazienti sono stati assistiti a domicilio con una strumentazione elettronica per cui segnalazione di quelli che sono tutti i dati parametri che potevano far scattare eventualmente un allarme qualora ci fosse stato qualche problema” – aggiunge Michele Del Gaudio, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Foggia.
Un portale per controllare i Pazienti a distanza.
“Va precisato, infine, che la Centrale Operativa Territoriale svolge anche la funzione di centrale della telemedicina, gestita esclusivamente da Infermieri, diretta da una Infermiera e quindi queste l’elemento innovativo rispetto ad altri e ad altre sperimentazioni messe in piedi in altre realtà a livello nazionale” – conclude la De Gennaro.