Antonio da Milano
Gargano, martedì 16 giugno 2015 - Nel mese di Maggio 1089 la contessa Matilde di Canossa si mise in viaggio via mare, da fedele, per un devoto pellegrinaggio all’Arcangelo Michele. Stanca del navigare e ostacolata da un forte temporale approdò a Lesina lagunare dove si trovava per la cacciagione il Conte Petrone che la invitò presso il suo castello con tutto il seguito e le sue ancelle. Il Normanno bandì la tavolata a base di cacciagione e vino rosato e proprio il vinello del tavoliere mandò in estasi paggi e cavalieri tanto che i Normanni trasformarono il castello in un bordello approfittandone così delle ancelle. Di questo episodio Matilde ne fu indignata tanto da far pervenire la sua armata che sostò a tre Km. daTorre Mileto per poi sferrare l’ attacco in segreto.
Dal bivio denominato Mitiliti partì una parte dell’esercito che, passando per le tufare e attraversando l’Ingarano, raggiunse senza affanno il castello del Normanno. L’altra metà si diresse per i sentieri lagunari passando per il mulino di Lauro, il fiume Caldoli e il santuario di San Nazario. Il castello era circondato da un fossato colmo di acque del pantano e i cavalieri di Ranzano esperti a risolvere le battaglie finali provocarono il sollevamento delle acque rompendo gli argini murali. Rotti gli argini, le mura cedettero alla pressione delle acque sprigionate dal pantano dove affogarono sudditi, Petrone e il suo capitano. Era la fine di Giugno quando Matilde si vendicò dei mascalzoni, dei Normanni e del Conte Petrone e da tali disastri furono scritti questi antichi versi:
“assediare il castello intanto che per vie sotterranee e canali molti guastatori operarono, che le acque del vicino pantano di dodici miglia di giro corressero senza ritegno ad assorbire chi uscendo fuori di ogni termine diede accessi. Tanto seguì, restarono i canali pasti dei pesci. Potè nei gorghi di Lesina abbattere i Proci Matilde e di venere l’onda con altra onda placare. Della Contessa le ancelle lasciava la turba salace e insidiata cadde dove insidiare voleva”.
Dopo un millennio , sempre a fine Giugno, CostantinoTarollo , Medico Chirurgo specializzato in Odontoiatria, invita tutti gli amici emigranti allontanati dalla terra natia per modificare i propri destini e li raduna con entusiasmo giocondo facendoli arrivare da ogni angolo di mondo. Sostano da pellegrini gli Apuli cittadini. Vengono da lontano per gustare gli odori del Gargano. Pane olio e pomodori sono genuini e ricchi di sapori e con vera delizia si rinforza l’amicizia mentre l’allegra semplicità compatta la familiarità. Tutto squisito ciò che sa di nostrano, eccellenti sono i prodotti del Gargano. Caciocavallo. La via longobarda attraversa la tenuta con altri sentieri e un cartello turistico è posto bene in vista: NON E’ UN SOGNO…VOI SIETE NELLA STORICA VALLE DEI CAVALIERI.
Valle ricca di erbe naturali dove si nutrivano i cavalli utilizzati per le battaglie finali dall’esercito della Contessa, Matilde di Canossa. Proprio a Ranzano risalta l’angolo del Gargano arredato da un ulivo di Carpino, verdure di ogni sorta che vegetano nell’accurato orto. All’interno del possedimento, anche due vecchi mulini dove si macinava il grano dei pellegrini. Arricchisce lo scenario il laghetto dove il nostro concittadino ha seminato il finocchietto. Una piccola cappella della Madonna e, posto da poco, San Pio e l’Arcangelo Michele , nei pressi dei quali, nel mese Mariano, la popolazione del luogo celebra le funzioni religiose, rosario e preghiere.
Lo scopo di Costantino è di consentire agli amici pellegrini di coltivare le usanze nostrane e la sincera amicizia desiderate in terre lontane e vi garantisco che ritrovarle si gusta una gioia infinita, perché l’amicizia è un gran valore della vita. Del luogo tante personalità vengono a gustare le nostre specialità: l’olio, il caciocavallo e il pancotto fatto con le verdure miste dell’orto. Nell’ultima settimana di Giugno Matilde sferrò l’attacco mentre Costantino predispone il bivacco.
Antonio Monte da Milano