Parco Nazionale del Gargano
Gargano, mercoledì 22 giugno 2016 - Di fronte ai ripetuti attacchi al Parco nazionale del Gargano circa la presunta mala gestione dell’Oasi Lago Salso, che continuano ad apparire su quotidiani e siti web, l’Ente, per onore di verità, è costretto a fare alcune precisazioni. Non è assolutamente vero, come dichiarato da alcuni rappresentanti regionali e provinciali del WWF, che nessuna iniziativa è stata intrapresa dalla riorganizzazione societaria che, da dicembre, vede ufficialmente il Parco come socio di maggioranza della società di gestione dell’area umida.
La dimostrazione, infatti, arriva dagli interventi di miglioria apportati a diverse strutture interne, come la torretta di avvistamento completamente riparata dal Parco, evidentemente sfuggita al WWF, che proprio sul punto aveva denunciato la totale assenza di strutture di osservazione lungo i percorsi naturalistici dell’area umida. Circostanza, che, tra le altre cose, avrebbe invogliato l’associazione ambientalista ad impedire al Lago Salso di partecipare alla festa delle Oasi del WWf. Cosa che, però, non è accaduta l’anno scorso quando la gestione era sotto lo stretto controllo dello stesso WWF e quella stessa torretta era chiusa per inagibilità.
Ai lavori della torretta si aggiungono anche quelli di un’aula didattica in legno, la realizzazione di tavoli da pic-nic, la sostituzione dei cestini, il ripristino della passerella per disabili e dei sentieri delimitati da una staccionata costruita ex-novo, la pulizia dei piazzali da vecchi motori ed altro ancora. Si è trattato soltanto dei primi interventi, cui ne seguiranno ben altri per i quali sono già stati stanziati dei fondi dall’Ente e che serviranno a garantire la fruibilità dell’intera area ed a tentare di dare risposte anche ad una minima occupazione lavorativa. Preme altresì ricordare, che in occasione dell’ultima Giornata Mondiale delle zone umide (2 febbraio), è stato proprio il Parco l’unico ad organizzare due giorni di visite guidate gratuite alle quali la cittadinanza ha risposto con interesse.
Nei vari attacchi all’Oasi, l’associazione ambientalista, evidentemente fuorviata da informazioni non propriamente corrette, denuncia anche una “...diminuzione della fauna selvatica dovuta ad elevati livelli idrici degli specchi d’acqua...”. Sul punto è doveroso chiarire che i livelli idrici degli specchi d’acqua sono perfettamente in linea con i valori registrati negli scorsi anni, mentre le abbondanti piogge degli ultimi mesi hanno contribuito all’aumento del livello nei prati allagati, ossia quelle aree che assicurano la sosta e l’alimentazione agli uccelli migratori. Ingenerosi rilievi sono stati avanzati anche sulla presunta diminuzione di fauna selvatica in sosta presso l’Oasi Lago Salso. Rispetto ai dati ufficiali, attualmente disponibili e forniti nel gennaio 2016 dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), risulta invece un aumento del numero di specie svernanti .
I dati, dunque, non corrispondono a quanto denunciato. Pertanto il Parco, consapevole delle difficoltà nel dover riprogrammare la gestione dell'area, per valorizzarne al meglio il patrimonio di biodiversità ( patrimonio di tutti ), invita il WWF a confrontare i risultati di cui è in possesso con quelli ufficiali forniti dall’ISPRA”. “Ci siamo battuti tanto per ottenere la gestione diretta dell’Oasi –spiega il presidente del Parco Stefano Pecorella- proprio per far fronte ad una situazione critica, non solo finanziaria, ereditata da una gestione poco attenta. Il Parco è già al lavoro da tempo, come confermato dal risanamento di alcune e complesse situazioni debitorie o da alcuni interventi già attuati all’interno delle strutture. Sono molti i progetti su cui stiamo lavorando, anche assieme al Comune, per avviare un vero processo di riqualificazione e rilancio dell’area, sia in chiave ambientale e di tutela della biodiversità, che sotto il profilo della valorizzazione turistica e dell'occupazione.
Crediamo fortemente nelle potenzialità dell’Oasi ecco perché è mortificante avere attacchi continui che producono soltanto ulteriori danni di immagine ad una delle aree umide più importanti d’Europa e su cui il Parco sta investendo, e non poco”.