Antonio Monte
Gargano, mercoledì 25 maggio 2016 - Grazia D'Altilia visita per alcuni giorni luoghi turistici della Liguria. Fotografa e confronta con il suo Gargano per come potrebbe essere, per migliorarlo, per prendere idee. Una sera a cena in un ristorante, munito di telecamera in cucina, assiste alla preparazione del calzone ad opera di Silvio Caroniti, campione italiano pizzaioli 2014. Alcuni allievi prendevano lezioni manipolando la pasta quasi da giocolieri. Seduti ai tavoli, si potevano seguire i movimenti grazie allo schermo posizionato nella sala. Il pizzaiolo ci chiede se desideriamo qualcosa di particolare.
Da rappresentante vichese, Grazia parla della Paposcia, piatto tipico di Vico del Gargano. Silvio Caroniti ci prepara qualcosa di simile a dimostrazione e manifesta la disponibilità a dare suoi insegnamenti in un locale del Gargano che volesse accoglierlo. Il giorno dopo, Grazia fa conoscenza con il poeta, scrittore , storico, Mario Traversi, il cui padre è nativo di Stornarella -FG- Il poeta è molto apprezzato nelle scuole per le narrazioni di vecchie tradizioni e per come espone le origini del paese. Molte sue poesie sono scritte in dialetto e risulta vincitore di numerosi premi. Ciò che colpisce Grazia è il lavoro di volontariato che il poeta svolge nella scuola per salvaguardare la storia di Varazze. Lei afferma che “ anche a Vico sarebbe bello se gli anziani potessero fare “lezione”. Un modo per conservare vicende antiche paesane, ma anche per confermare quanto il ruolo degli anziani sia di grande utilità.”
Il sindaco di Varazze Avv. Alessandro Bolzano ha invitato Grazia alla manifestazione culturale del paese organizzato per ricordare un personaggio locale. Il sindaco condivide l’intenzione di organizzare la manifestazione nota come Game Fair che per cause atmosferiche, due anni fa, non ha potuto svolgersi a Calenella. Nel parlare insieme è stato come se Varazze e Vico fossero a confronto. Anche sulla faccenda dei rifiuti. L’ultima novità di Varazze il cassonetto per la raccolta differenziata con apertura tramite scheda consegnata ad ogni cittadino con all’interno quattro contenitori separati: carta, umido, plastica, vetro e stagno.
“Apprezzo come si pensa e ci si attiva per ottenere miglioramenti- dice Grazia- sicuramente la raccolta differenziata raggiungerà maggiore percentuale di successo con questo sistema-controllo, visto che una signora, in fila mentre era in attesa di ritirare la sua scheda magnetica, mi riferiva che si era appena sul 30%. Cogliere un malfunzionamento o un funzionamento non ottimale dovrebbe indurre a escogitare formule nuove. A Varazze ne ho avuto un esempio.”
Ad Apricale , borgo a confine con la Francia, “L’armadio dei libri” ( un armadio posto in un vicolo dove è possibile prendere e lasciare libri) ha attirato l’attenzione. Grazia è rimasta stupita quando nel passeggiare abbiamo incontrato insegne attaccate alle porte con su scritto “Albergo Diffuso”. “Come il progetto pensato per Vico da Gae Aulenti anni fa Un progetto mai partito. Oggetto di polemiche e di scontri, forse solo inutili e certamente per lo più a contenuto disfattista”, ha detto. Altro borgo visitato è stato Dolceacqua. Qui, oltre lo stupore per la bellezza del paesino, il paragone con il centro storico di Vico è stato immediato. “E’ molto simile a Vico – ha detto – Solo che il nostro centro storico è una pietra viva che fa lunghi sonni.”
In una cena a FinalBorgo, paese medioevale con diversi castelli comunicanti, abbiamo gustato il tipico piatto “Trofie al pesto”. Vie illuminate a giorno, tanta musica e gioventù. Diverse manifestazioni si svolgono in questa località, cortei con abiti d’epoca, sfilate di carri e danze. E’ definito il borgo festoso. Anche se è stata ospite, in una località simile al suo territorio in un caseggiato posto sul mare circondato da alberi di mandorle, fichi d’india e fiori provenienti dal suo Promontorio ha sempre affermato che il Gargano è molto bello.
“Peccato – dice- che si crede poco nella bellezza naturalistica e nel patrimonio storico-culturale che tutto il Gargano offre. Vedere, però, in altre località italiane, l’attuazione di progetti di valorizzazione e di recupero per intensificare la richiesta turistica, fa pensare positivo. Nel senso che è come avere la conferma che non è utopia prospettare un certo modo di offrire turismo anche da noi. Se esiste è perché è possibile da rendere reale. E’ questione di organizzazione, di mentalità, di volere svoltare. Infatti, desiderare il cambiamento attiva, già di per sé, risorse. Da invidiare, dunque, agli altri, in questo caso ai liguri, abbiamo la loro costante volontà di fare vera economia turistica. Quella,invece, credo, da noi sia da pungolare. Per il resto, penso sia la rimanente parte d’Italia ad invidiare noi.”