Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, martedì 10 maggio 2016 - L’esperienza odierna è stata, per una cinquantina di alunni di Lucera, un vero e proprio tuffo completo nel “mare magnum” della preistoria più remota sia riguardante la terra sia l’uomo. La stessa ha visto, come protagoniste, le terze elementari A e B dell’Istituto Comprensivo “Tommasone - Dante Alighieri, diretto da Bartolomeo Covino.
La giuliva e nutrita comitiva, accompagnata dalle insegnanti Donatella Casillo, Marzia De Simone, Luciano Perna e Costantina Cristinziano, dopo aver visitato e goduto per tutta la mattinata delle meraviglie del Parco dei Dinosauri in Borgo Celano, si è spostata nel primo pomeriggio odierno su Rignano Garganico, per ammirare l’originale e ricco patrimonio paleolitico di Grotta Paglicci. A riceverli presso il Centro Multimediale di Largo Portagrande, c’era Enzo Pazienza, presidente del Centro Studi e dinamico animatore del locale laboratorio didattico, che si è messo subito all’opera per soddisfare la voglia di sapere degli alunni.
Ad interessare gli ospiti non sono stati tanto le prolusioni quanto i tatuaggi con ocra rossa eseguiti con bravura dal Pazienza sui volti giulivi dei ragazzi, ripresi puntualmente dalla loro docente di turno con originali scatti fotografici. Comunque sia il momento - clou si è avuto con l’accensione del fuoco, ottenuto dopo prove e riprove attraverso lo strofinamento di due pezzi di selce e la provvida caduta della scintilla incendiaria su pagliuzze secche. Evento, quest’ultimo, salutato dai presenti con un boato.
In precedenza si era spiegato con dovizia di argomentazioni il complicato percorso comparato e l’originalità e varietà dei ritrovamenti, rappresentati, oltre che dalla pittura parietale dei Cavalli (l’unica in Italia), dai graffiti, dalle collezioni litiche e dai resti zoologici e umani, di cui due scheletri interi, quello del ragazzo di dodici anni risalente a circa 26 mila anni da oggi e l’altro della donna risalente a circa 23 mila anni fa, quest’ultimo rappresentato da un verosimile e perfetto calco al silicone, eseguito dall’equipe del Politecnico di Torino al momento del ritrovamento. Di esso si ha pure uno studio con il Dna effettuato dal Prof. Mallegni dell’Università di Pisa, in cui si afferma la similitudine di tale tipo di donna con quello mediterraneo più vicino a noi.
Nel laboratorio i ragazzi hanno avuto l’opportunità di ammirare, altresì, strumenti litici, attrezzi ossei per la lavorazione della selce, rudimentali armi primitive e abbondante materia prima (ocra, arnioni di selce ancora vergini, ecc.), ma soprattutto sono rimasti colpiti dalla bravura del Pazienza che, appunto, con pazienza e passione ha risposto alle domande e curiosità esternate dai piccoli ed anche dalle stesse insegnanti. A conclusione, una di esse si è congratulata, facendo capire che la visita in parola non è fine a se stessa, ma la logica conseguenza delle lezioni teoriche sulla Preistoria, previste dal programma scolastico e tenute nel corso dell’anno, appena trascorso.
Come altre volte, a collaborare all’importante esperimento didattico ha dato una mano il Coordinamento “Amici di Grotta Paglicci” (vedi sito: www.grottapaglicci.it), organismo che da mesi è impegnato a rilanciare il sito su tutti i fronti, a cominciare dalla giornata nazionale sul tema indetta, come noto, il 13 agosto del prossimo anno. Da evidenziare, infine, che prima di proseguire il viaggio di ritorno a casa, ragazzi ed adulti hanno avuto modo di godere per pochi secondi il panorama mozzafiato che si presentava loro di fronte dalla Ripa-Belvedere, dove era parcheggiato il pulman.