Antonio del Vecchio
San Marco in Lamis, venerdì 22 aprile 2016 - L’”umanità” continua a dare segnali di sbandamento completo, a Rignano Garganico. Shila, “cagnolona” assai cara agli amici a quattro zampe del posto, ormai non c’è più, uccisa con ogni probabilità dalla solita “polpetta” avvelenata, che nella vicina San Marco nei mesi scorsi ha colpito a largo raggio. Il corpo dell’amico dell’uomo per antonomasia, ormai agonizzante, è stato rilevato dal presidente dell’Associazione “Arca di Noè”, Antonietta Torelli e da una volontaria, su segnalazione della delegata di zona, Viviana Saponiere, avvocatessa, già assessora comunale ai Servizi Sociali. A darne notizia su facebook alcune ore fa è stata la stessa Saponiere, fortemente addolorata dal’increscioso episodio, subito definito uno “schifo”.
Ecco di seguito lo scritto testuale che merita di essere diffuso, in quanto abbastanza educativo: <<Il presidente e una volontaria si sono recate su segnalazione di una nostra volontaria di zona a Rignano Garganico. Purtroppo la scena che ci siamo ritrovate davanti nonostante sia stata vista decine e decine di volte è stata straziante. Shila cagnolona era ormai agonizzante. Morta avvelenata davanti casa di chi le dava da mangiare e un pó di quell affetto che tutti i cani meriterebbero in pieno. Shila è volata sul ponte e ha smesso di soffrire nelle braccia del nostro presidente. Adesso come sempre chiederemo giustizia che tante volte ai nostri amici a 4 zampe è stata negata perché per molti semplicemente "esseri inferiori".
Inutile scagliarsi con l'inutile schifezza umana che ha compiuto questo gesto. Verrai punito dalla legge e se così non sarà...un giorno ci sarà qualcuno che avrà pietà della tua di vita...perché talmente inutile da farti schifo solo ogni volta che ti guarderai allo specchio! Per noi è difficile pubblicare per il momento le immagini del corpo di Shila. Sono dure da mandare giù anche per noi. Se ne avremo la forza lo faremo in un secondo momento, anche perché la nostra volontaria ha avuto un crollo di pianto dovuto alla scena>>. Il violento per natura lo è per tutti, non solo nei confronti degli animali, ma anche per l’uomo, incarnando in sé tutta la negatività dell’“Homo homini lupus” di Hobbes.
E’ quanto sarebbe capitato ad alcuni cercatori di erbe selvatiche (cicorioni, finocchietti, asparagi, ecc.) avventuratisi nei giorni nelle campagne di proprietà comunale ad esercitare il loro sacro e vitale diritto agli “usi civici” tramandato loro di generazione in generazione. Usi, come noto, che talvolta gravano anche su terreni privati non riscattati. All’improvviso sarebbe apparso loro un energumeno che li avrebbe apostrofato duramente, cacciandoli letteralmente dai terreni demaniali, come se fossero suoi. Niente di grave, anche perché la “violenza” si sarebbe limitata all’intemperanza verbale.
A questo punto ci chiediamo come è possibile sviluppare il turismo ambientale o quello sportivo ed agrituristico se la gente della montagna è così rude e poco ospitale? Infine, l’ultimo ed altrettanto “schifoso” episodio si è scoperto questa mattina all’alba in piazza San Rocco: uno dei tanti alberelli che la adornano è stato da mani ignote letteralmente “scorticato” vivo fino alla chioma (foto di Giovanni Palunbo), con sommo e conseguente dispiacere di chi lo mise a dimora, assieme al resto delle piante, circa diciotto anni fa.