Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 13 aprile 2016 - Anche quest’anno la scuola si è interessata del tema della legalità, a Rignano Garganico. Lo ha fatto con un progetto didattico conclusosi l’altro giorno (la notizia ci è giunta solo in mattinata) con la visita degli alunni di V Elementare, accompagnati dalla loro insegnante Carla Bonfitto alla locale caserma dei Carabinieri. A riceverli c’era il comandante della stazione, maresciallo Francesco Falco, che, coadiuvato dall’appuntato scelto Francesco Impagnatielli, si è subito dato da fare per accontentare il bisogno di sapere dei discenti assai interessati alle divise e alle armi, specie i maschietti, come ai tempi di Edmondo De Amicis, che ha speso un fiume di inchiostro sull’argomento.
Dopo il giro delle stanze e l’illustrazione sui vari macchinari e strumenti d’indagine, come il rilevatore delle impronte digitali, il padrone di casa ha tenuto la sua brava e seguita lezione sulla legalità, toccando non solo gli aspetti normativi , ma anche i principi morali che sono alla base del vivere civile e dell’educazione in genere. Quindi, ha evidenziato che il tema odierno fa parte di un progetto complessivo che coinvolge Arma e Scuola a qualsiasi livello, con incontri similari che si susseguono in tutto lo Stivale. Infine, ha concluso il discorso sottolineando i fatti salienti della storia e del ruolo dell’Arma.
Da rilevare, infine, che l’iniziativa segue da vicino quella svoltasi in pompa magna pochi mesi or sono nella chiesa di San Rocco del posto, gremita come non mai di pubblico adulto e variegato. Allora protagonista assoluto dell’evento fu il capitano Gennaro De Gabriele, comandante della compagnia di San Giovanni Rotondo (alla sua prima uscita pubblica dopo l’avvenuto cambio di guardia). Lo fu grazie alla sua impareggiabile lezione magistrale sul medesimo argomento collegato alle possibili truffe del giorno, che tenne legata l’attenzione generale per più di un’ora, scioltasi alla fine con lungo e scrosciante applauso liberatorio e l’incipit di un dibattito senza fine, dove ognuno dei presenti ha detto la sua , come se non si trovasse di fronte ad un’autorità, ma ad un amico di antica conoscenza, cui è lecito confidare ogni segreto.
Tutto questo sta a significare che il popolo odierno è maturo per la collaborazione e che l’omertà, imperante soprattutto nei piccoli centri dove tutti i conoscono, è ormai un vizio antico e lontano.