Antonio Monte
Gargano, giovedì 25 febbraio 2016 - Antonio Monte ex pastorello emigrato a Milano ha dedicato una sua ode al Cantore del Gargano.: “ Oh Apulo Paese selvaggio e scosceso, Tu roccaforte del tenace pugliese. La gente pastore errante un dì si trasformò per Te combattente, unita su al castello Ti difese con forche e coltelli dal Saraceno violento e forte che voleva espugnare le Tue corti. Quella moderna boriosa e scostante è gente ribelle o farfalla emigrante. Ad accudire l’orticello è rimasto il vecchierello che prega ansioso al Santo miracoloso il rientro della figlia con lo sposo.
Lento zappa la sua vigna, spacca ancora tanta legna, si rende utile, operoso per la sua Daunia rocciosa. Suda con perseveranza per avere l’abbondanza di olio e di vino ne fa scorta, frutta secca mette nella sporta per donare con amore al suo ospite d’onore. Per l’occorrenza prepara genuine pietanze e dolci in abbondanza e aspetta, aspetta col cuore esultante il rientro del suo emigrante. L’ospite rientra indifferente schiamazzando nelle strade festanti, rientra per fare scorta se ne infischia del vecchio e il suo orto.
Rientra per bagnarsi al mare, per visitare il Gargano poi spietato Ti tradisce per Bologna o per Milano. Oh Apulo Paese tra vecchio e nuovo vi è tanto divario. Tu sempre più strano, sempre più solitario. Soltanto ZìnTonio con le sue note vere Ti ha allietato per 100 primavere”.