Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 27 gennaio 2016 - Nostalgia di Biblioteca, potrebbe definirsi così il titolo del racconto che segue, estrapolato dal discorso che Ettore Scola, il famoso regista di cinema scomparso di recente, tenne all’Università di Foggia qualche anno fa e recuperato e trascritto da Geppe Inserra nelle sue “Lettere Quotidiane”. Concetti, questi ultimi, sicuramente condivisibili non solo da parte dei bibliofili, come chi scrive, che ha lavorato e vissuto per circa un quarantennio in mezzo cotanto materiale cartaceo, ma anche dalla gente comune, specie tra quelli più giovani, balbettanti e storditi dalle immagini “uso e cancella” di face book. <<…E poi, per esempio, è molto bello assistere alla nascita di un libro.
Oggi è diventato più difficile. Si sperava molto nell’avvento dell’e book: c’avrai una biblioteca tutta nel computer, però pare che questa nuova conquista dell’ingegno umano non ha convinto, non ha conquistato i giovani. Perché il libro è un’altra cosa, non è solo l’informazione delle parole che furono scritte, il libro è possesso, contatto fisico, memoria di quella pagina. A volte ti ricordi delle frasi, senza ricordare che libro era, che storia era, però ti ricordi la collocazione di quel pensiero nella pagina. A metà della pagina c’era quel pensiero: ecco l’importanza della carta, della pagina, dell’odore. Gramsci diceva che quando riceveva i libri mentre era in prigione, era naturalmente una gran festa, ma che passava i primi giorni dopo l’arrivo a tenere stretti i libri, perché ne sentiva il contatto. Ancora prima di leggerli e rileggerli, aveva bisogno di questo contatto fisico con la materia scritta. Ecco, questo s’è perso… Quindi l’unico consiglio che mi sento di poter dare se ce n’è bisogno - perché dei consigli non si ha mai bisogno - è veramente quello di leggere. Anche perché adesso tutto è un po’ contro la lettura. Anche le conquiste della tecnologia, come questa esperienza dell’e-book che non ha funzionato.
Le occasioni di leggere che ti dà la vita diminuiscono, perché non è che avete due o tre ore da dedicare alla lettura: ci sono troppe cose da fare, troppe sollecitazioni, troppi contagi da cogliere, troppe occasioni di relazioni, di arricchimento, di svaghi, di viaggi. Tutte cose che a noi erano precluse, perché vivevamo in un’epoca miserabile, ed ecco perché da noi quattro, cinque ore venivano dedicate alla lettura. Non si può certo tornare a questo, però abbiate la lettura come un angolo prezioso. Sappiate che ogni giornata deve avere qualche momento dedicato alla lettura, se no non crescerete del tutto...>>. La riscoperta del valore dei libri e delle biblioteche è una prerogativa che circola con insistenza in questi tempi, a tutti i livelli, essendo l’Italia il Paese della cultura per antonomasia. Sono stante le Amministrazioni Comunali che si muovono in tal senso. Non ultimo il Comune di San Severo che, grazie al Sindaco Francesco Miglio (nonché Presidente della Provincia) di punto in bianco aveva deciso nel marzo dello scorso anno di affidare la delega di questo settore ad un esterno con tutti gli attributi.
Si tratta di Domenico Petruccelli che, da alcuni mesi si occupa gratuitamente per promuovere in città l'integrazione delle politiche per la promozione e valorizzazione della Biblioteca Comunale ‘Alessandro Minuziano’ sul territorio. La nomina, a suo tempo, era stata assai apprezzata dal mondo culturale locale, perché finalmente si affidava ad un competente (era stato per molti anni docente di Storia e Filosofia, al Liceo Scientifico Checchia) l’arduo compito di promuovere e valorizzare il polo bibliotecario cittadino, incrementando l’offerta culturale e riportandola ai “fasti” dell’era di Benito Mundi, il compianto che tanto dato e fatto per la cultura sanseverese, sprovincializzandola ed immettendola nel circuito nazionale. Non per niente è stato l’artefice primo delle Giornate Archeologiche, nonché per vari anni è stato Presidente della Fondazione “Angelo e Pasquale Soccio”.
Dopo lo scoprimento della lapide al primo bibliotecario “Carmine Parracino”, avvenuta il 27 dicembre scorso, anche a Rignano spira aria di nostalgia per i libri e la biblioteca. Si spera che si faccia presto e soprattutto bene, perché la Biblioteca, assieme al Museo Paleolitico di Grotta Paglicci, possano da subito recuperare il tempo perduto e contribuire allo sviluppo turistico – culturale del più piccolo Comune del Parco Nazionale del Gargano. Obiettivo, quest’ultimo, a cui la cittadina da anni punta senza mai sollevarsi in volo. Occhio, quindi!