Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, domenica 27 dicembre 2015 - E’ finito con il vento il poppa, anche il secondo appuntamento (primo serale) per il Presepe Vivente, a Rignano Garganico. Abbiamo percorso in lungo e in largo l’intricato itinerario del borgo antico, caratterizzato da vie e vicoli stretti, piazzette, vagli e cavernose arcate. Lo abbiamo affrontato assieme al sindaco Vito Di Carlo, al Presidente dell’omonima associazione organizzatrice, Giuseppe Palladino, e al parroco Don Nazareno Galullo. Si è cominciato dall’ingresso di Largo Portagrande, là dove svetta maestosa la Torre circolare di origine e fattura bizantina (secolo XI).
Si è proseguito per Via P.Antonio Fania (ex-percorso processionale), dove si sono affrontate le varie botteghe, quasi tutte ospitate in locali a piano terra con volte a botte. Qui abbiamo visitato alla meglio, tra la folla di cittadini e forestieri, le prime due botteghe, la seconda riservata al o meglio lustrascarpe, che ha dato prova della sua maestria ed umiltà, lucidando ben bene le calzature del primo cittadino. Dopo di che ci si è spostati in Vico Orso, dove in un basso si serviva il tipico pancotto alla rignanese (pane, aglio, olio e verdure miste). Quindi si è scesi in Via Montarone, facendo tappa in altre tre botteghe di antichi mestieri femminili ( la massaia, imbottitrice, la filatrice, la cernitrice, ecc.). Siamo risaliti, facendo sosta nel salone dell’ex-chiesa del Purgatorio, stracolmo di ambienti, oggetti e personaggi presepiali, costruiti a mano con arte da Michele Viola.
Dopo di che si è ritornati nel percorso processionale di Via Gioielli, facendo una puntata prima presso la casa ”Ricci" che ospitò più volte il giovane Padre Pio negli anni venti, e poi presso il laboratorio del vignaiolo, dove abbiamo appreso notizie sugli arnesi ed attrezzi del mestiere di un tempo e soprattutto su come si faceva il vino. Sosta lunga in piazzetta Gioielli, qui su un “mugnale” donne e contadini in abito tipico anni ’30, hanno dato spettacolo, suonando e cantando antiche nenie con l’uso degli strumenti musicali antichi, “zhichetebu”, mandolino, cornamuse, zampogne. Si è sfociato dopo un quarto d’ora sulla Ripa, dove ad attenderci c’era una vera e propria folla di comparse, composta da bracciali dell’uno e l’altro sesso, da curatoli e sovrastanti, compreso il capo-massaro e il “marchese” ai piani superiori, tutt’intorno capanne con carri, animali ed attrezzature varie. Insomma la riproduzione di una masseria degli anni '20-'30.
Tutti era disposti attorno ad un fuoco scoppiettante, La scena ha dato modo ad una breve e significativa recita in dialetto sui lavori in corso nelle campagne, con la partecipazione attiva dei maggiori protagonisti. All’angolo, c’era l’osteria dove si cantava, si mangiava e soprattutto si beveva vino. Nel successivo spiazzo vicino alla chiesa matrice c’era l’operatore del caldarrosta che abbrustoliva i ceci contenuti in un piatto recipiente traforato e posto sul fuoco. In corso Giannone, in un ampio atrio a botte era allestita la scena della natività, animata da ragazzi ed adulti. Ancora altre due botteghe, con servizi di pasti, musica e vino.
L’ultima conteneva un fisarmonicista, accompagnato dall’intonato e caratteristico ritmo riveniente dallo strofinamento di un lavatoio in legno, a rammentare l’uno e l’altro uso di questo arnese che non c’è più sostituito dalla lavatrice elettronica. Il sindaco Di Carlo nel congedarsi ha rivendicato l’originaria validità educatrice della manifestazione che perdura da diciotto anni, arricchendosi ogni volta sempre di più con nuove ed appropriate ricerche sulla civiltà contadina locale e garganica in generale. A suo dire quella in corso, anche se in formato minore non ha nulla da invidiare a quella di Matera, anche perché Rignano antico, come l’altra, oltre ad essere realizzata di pietre, sorge su e tra rocce e caverne. I restanti appuntamenti in programma li potremo gustare, con inizio alle ore 16.00, questa sera 27 e il 6 gennaio 2016.