Antonio Daniele
San Marco in Lamis, martedì 22 ottobre 2024 - La lettura della bolla e della benedizione papale sono stati i due momenti centrali della solenne concelebrazione eucaristica per i 300 anni dell’istituzione della Parrocchia di S. Antonio Abate. A presiedere il suggestivo rito il presule di Foggia- Bovino Mons. Giorgio Ferretti con i parroci e sacerdoti della città, con il Vicario Generale don Filippo Tardio, gli ex parroci don Luigi Lallo e don Bruno Pascone. A rappresentare la città la presenza del Sindaco Michele Merla accompagnato dal Comandante dei Vigili Urbani.
La Chiesa di S. Antonio Abate era troppa piccola per contenere le centinaia di persone che hanno preso parte al rito: La ricchezza dei gruppi parrocchiali: Azione Cattolica, Agesci, Ordine Francescano Secolare, la Confraternita di S. Michele, il Gruppo di Preghiera Padre Pio e il Gruppo Coppie Missionario Regina della Pace. Sono 300 anni che la chiesa di S. Antonio Abate è diventata parrocchia per volere del Vescovo di Vieste Carmelo Calamita. Questo luogo santo, casa per tanti sammarchesi fin dall’inizio della borgata, è stato da secoli il posto dell’incontro: casa che accoglie, che sana, che da ristoro per quanti sono nel bisogno.
Questo spazio di ospitalità la costituisce come casa per chiunque, che garantisce l’accesso all’esperienza di Gesù Cristo senza condizioni o preclusioni. La parrocchia è il segno visibile della comunità dei battezzati che costituisce la Chiesa. Nella sua omelia Mons. Ferretti ha posto l’accento sull’importanza del Giubileo. Se le Porte Sante saranno aperte a Roma nelle Basiliche papali, i luoghi per ricevere l’indulgenza ci saranno in tutte le diocesi e per una felice coincidenza il giubileo straordinario parrocchiale s’intreccia con il Giubileo della Speranza. Mons. Ferretti ha voluto rimarcare ad avere un occhio particolare per i giovani: “I giovani rischiano di avere un disorientamento e questo è dovuto dalla mancanza di orientamenti. Solo la chiesa ha delle risposte a delle domande a cui i giovani non trovano risposta”. Infine ha raccomandato a “vivere bene questo giubileo e facciamo bella e santa questa città."
Antonio Daniele