Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 30 ottobre 2015 -  Spesso la nostra felicità dipende dagli altri. “Azioni” che sembrano semplici invece potrebbero cambiare non solo la bellezza di un solo giorno…. ma di tanti. Allontanare sogni e futuro di gente che aspetta da una vita… quel giorno, che non vede l’ora di fare una scelta che spesso è per sempre. Sposare la persona amata.  E sposarla come dio comanda: possibilmente in chiesa (per i credenti), tanti invitati, musica, baci, abbracci da parte di parenti e amici. Viene comunemente definito come il giorno più bello della propria vita, e spesso è così.

 Ma a volte quel giorno bisogna rimandarlo, per vari motivi. Ma nessuno potrebbe pensare che il rinvio delle proprie nozze potrebbe essere… perché c’è stata una rapina!!??

 Ma come una rapina? Ma cosa hanno rapinato? Forse hanno rapito lo sposo o la sposa. No, hanno rapinato 100 abiti da sposa!!

 Poche notti fa è stato svaligiato l’atelier “Ore liete” di Foggia, storica attività imprenditoriale del nostro capoluogo.  

È come rapire:

- 100 sogni che stanno per nascere

- 100 amori che vivranno

- 100 vite che ci faranno compagnia

- 100 desideri da esprimere

- 100 preghiere da recitare a dio

- 100 notti da aspettare

- 100 telefonate che non arrivano

- 100 bambini da cambiare

- 100 pianti da asciugare

- 100 sorrisi da baciare

- 100 amori che ci lasceranno

- 100 …

 Hanno rapinato le vite di gente felice. Hanno rimandato la loro felicità. Ma i momenti felici sono unici: non si possono ripetere. Questi ladri sono in debito con 100 future spose.

 Sono in debito… di felicità. Quando ci rubano qualcosa, ci rubano spesso l’anima di quella refurtiva. Gli abiti da sposa hanno un’anima, non sono solo degli oggetti.

 Sono abiti che si indossano solo una volta. In quell’abito rimane qualcosa: le parole dette, quelle ascoltate; la leggerezza della seta, il profumo della nostra pelle, gli sguardi degli altri, i baci dello sposo… tutto questo rimane lì, su quell’abito.

 E tutto ciò dovrà aspettare, non sappiamo per quanto tempo, ma queste sensazioni dovranno aspettare. Almeno fino a quando saranno pronti i nuovi abiti.  

 Nel frattempo ascoltiamo cosa si dicono tra loro alcuni dei 100 abiti da sposa… rapinati. In un ideale covo dove questi ladri di sogni… hanno nascosto gli abiti da sposa.

 “Non vedo l’ora di essere indossato, sono stato confezionato da 6 ragazze che hanno lavorato solo su di me”, si lamentò un abito da sposa con una sua… collega.

 “A chi lo dici, io sono da mesi che aspettavo il giorno del (mio) matrimonio, e adesso siamo rinchiuse qui, chissà dove e chissà quando saremo lasciate libere”, rispose un altro abito che (forse) era in… aspettativa da troppo tempo.

 “Tu hai visto chi devi vestire? voglio dire, com’è la tua sposa?”

 “È bella, ma non mi sembra molto convinta per quello che fa”, rispose l’altro abito.

 “Ma vedrai, appena ti indosserà, sembrerà più convinta e anche più bella”.

 “A me della bellezza della sposa non mi interessa, a me interessa che stia bene dentro di me”.

 “Si dice sempre così, ma la bellezza, lo sappiamo è molto importante”.

 Questo dialogo tra i due vestiti da sposa, viene interrotto dai delinquenti che avevano operato il furto.

 “Non ti sembra di aver sentito gente che parlava?”, chiese uno dei delinquenti all’altro.

 “Gente che parlava? Qui? Ma se ci sono 100 abiti da sposa che abbiamo appena rubato? Non so se che la stoffa… parli”, rispose il complice in furto… di felicità.

 “Eppure sono sicuro che le voci provenivano da qui dentro”.

 I due ladri presero gli abiti da sposa e li caricarono su dei camion: dovevano sparire da quel posto perchè erano stati visti da parecchia gente mentre traslocavano il materiale rubato.

 E decisero di trasferire il tutto… in mare. Sì, avevano deciso di liberarsi della refurtiva buttando tutto in mare, per non lasciare tracce.

 Arrivarono alla riva, presero tutti gli abiti da sposa rubati e uno alla volta li buttarono in acqua. Ma gli abiti appena prendevano il largo, subito dopo ritornavano indietro intrisi d’acqua.

 I ladri appena si resero conto che quegli abiti non volevano lasciare la terra ferma, li guardarono quasi impauriti: 100 abiti da sposa che si erano disposti quasi a corona.

 Avevano formato un cerchio enorme come quando dei soldati si sistemano in quel modo per difendersi dai nemici. E da quegli abiti si sentivano anche delle voci. Voci di giovani donne che avevano appena indossato quegli abiti.

 Voci di donne che vivevano il loro giorno più bello. Quello in cui si dice di sì ad un’altra persona. E quei tanti… sì, riecheggiavano nelle orecchie dei ladri di abiti da sposa.

 All’alba la polizia rinvenne gli abiti rubati. E li ritrovò sulla sabbia, asciugati dai primi raggi del sole. E i ladri addormentati. I quali appena svegliati dalla polizia, dissero che stavano sognando il giorno del loro matrimonio.

 Un giorno diverso dagli altri… ma un giorno in cui la loro vita non cambiò.

 (Nemmeno un abito da sposa, della propria moglie, ci era riuscito…)

 

                                                                          di  Mario Ciro Ciavarella